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Comandante Veronica Fietta: vigile del fuoco di Pieve Tesino

PIEVE TESINO. E’ stata da poco eletta nel Corpo dei Vigili del Fuoco di Pieve Tesino la nuova comandante donna, Veronica Fietta, quarta donna comandante in provincia, dopo la comandante di Vattaro Francesca Roccabruna, quella di Varena Anna Scarian, e Francesca Osler del Corpo di Vignola Falesina.

Le donne che si dedicano al volontariato nei Corpi dei Vigili del Fuoco sparsi sul Trentino sono in netta minoranza rispetto alla componente maschile. Si tratta, infatti, di 300 vigili del fuoco volontarie donne in servizio attivo, contro i 5343 vigili del fuoco maschi. Poco più del 5% quindi.

Una percentuale che aumenta considerevolmente se si guarda invece al comparto degli allievi, che comprende ragazzi e ragazze di età compresa tra i 10 e i 17 anni. In questo caso, a livello provinciale il numero totale è di 1215, diviso in 987 maschi e 228 femmine. Nei giovani, quindi, si parla di più del 18% di ragazze volontarie.

Sicuramente l’aumento di donne in comparti come quello dei vigili del fuoco è un segno dei tempi che stanno cambiando, ma il Trentino si è mostrato all’avanguardia anche in passato.

Il primo Corpo dei Vigili del Fuoco in Italia a far entrare la componente rosa è stato, infatti, quello trentino di Primiero, quando nel 1978 ha aperto le porte a ben 12 vigili volontarie che vi hanno preso parte per la prima volta. Non si può dunque parlare di una sola prima vigile del fuoco volontaria trentina, ma di un bel gruppetto di donne intraprendenti.

Veronica Fietta rientra invece fra le prime comandanti donne, la quarta in provincia e ripercorre assieme a noi il percorso che l’ha portata fino a qui.

Come è nata per te la passione di prestare volontariato nei vigili del fuoco?

In realtà è cominciato tutto un po’ per gioco, mi sono iscritta ai vigili del fuoco come allieva assieme ad alcuni amici, poi andando avanti con gli anni è diventata una passione. Io sono rimasta, mentre del gruppo di partenza tutti gli altri hanno preso strade diverse.

L’impegno nel corpo dei vigili del fuoco è importante? In quante ore si può quantificare circa?

Pieve Tesino è un piccolo paese, quindi gli interventi non sono tantissimi. In termini di tempo quest’anno fino ad ora abbiamo effettuato circa millecento ore in servizio, senza contare eventuali corsi di formazione che si fanno per mantenersi aggiornati. A livello di volontariato l’impegno c’è sempre.Quando serve il nostro aiuto, acorriamo.

È cambiato qualcosa adesso che sei diventata comandante?

Il mio lavoro è quello di cameriera al Ristorante Cima d’Asta a Pieve Tesino, quindi se capita un intervento nel mio orario di lavoro ed è di rilevanza minore posso delegare, se manco io c’è il vice comandante o un altro graduato che fa le mie veci. Se invece l’intervento è più complesso, devo ammettere che i miei capi al Ristorante capiscono la mia posizione e se i miei colleghi riescono a cavarsela senza di me, mi lasciano uscire prima e corro in intervento. Per quanto riguarda la burocrazia, lavorando in paese mi è comodo quando sono libera raggiungere la caserma per occuparmi delle varie scartoffie.

Ti aspettavi di diventare comandante?

In realtà alla fine sì, perché prima di arrivare all’assemblea elettiva vera e propria ne era stata fatta un’altra per capire i potenziali candidati da proporre all’assemblea, lì è emerso il mio nome. Non ci sono state discussioni in merito, erano tutti d’accordo e la votazione è stata all’unanimità.

Ti sei mai sentita discriminata in quanto donna?

Assolutamente no, a Pieve Tesino siamo un corpo dei vigili del fuoco unito e aperto, composto da 28 persone, tra queste cinque donne, non ci sono mai state discriminazioni.

Come bisogna chiamare una donna vigile del fuoco?

Non c’è una risposta ufficiale, secondo me “vigile del fuoco” può essere il termine adatto, identificato al maschile o al femminile cambiando semplicemente l’articolo, così come per “il” o “la” comandante.

Ci tengo a specificare, inoltre, che secondo me non ci sono grosse differenze tra uomo e donna nei vigili del fuoco. Se l’impegno c’è e i propri compiti sono portati a termine, il lavoro che una persona fa viene riconosciuto a prescindere dal genere.

 

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