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Inchiesta a Bruxelles: chi è la greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Ue subito espulsa da gruppo e partito

di Francesca Basso

Ex giornalista di Mega Channel, 44 anni, compagna del milanese Francesco Giorgi, anche lui coinvolto nell’indagine. Venne eletta nel Parlamento greco nel 2007

Dalla nostra corrispondente

BRUXELLES Niente presunzione di innocenza per la greca Eva Kaili, fermata a Bruxelles nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione di funzionari europei legata al Qatar: la vicepresidente del Parlamento Ue (ce ne sono quattordici) ieri sera è stata espulsa dal Pasok, il Movimento socialista panellenico, per decisione del presidente Nikos Androulakis. E a seguire anche dal gruppo S&D dell’Eurocamera «con effetto immediato, in risposta alle indagini in corso».

Prima di dedicarsi alla politica Kaili, 44 anni, è stata giornalista televisiva per l’emittente greca Mega Channel finché non è stata eletta al Parlamento greco nel 2007 dove è rimasta per l’intera legislatura. Consulente per gli affari pubblici e presidente del Centro per l’uguaglianza di genere del ministero dell’Interno greco per alcuni anni, è tornata alla politica attiva alle Europee del 2014: è stata eletta a Strasburgo e riconfermata nel 2019. Il suo compagno, Francesco Giorgi, era l’ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri nella scorsa legislatura. Entrambi sono stati fermati. Il legame con Panzeri è rimasto forte anche dopo la sua uscita formale dall’Eurocamera. Non è un mistero a Bruxelles che la sua elezione a vicepresidente sia stata favorita anche dal sostegno dei socialisti rimasti vicini a Panzeri.

È sempre stata molto attiva nell’intergruppo degli under 40. Le sue deleghe vanno dalla responsabilità sociale d’impresa all’informatica e telecomunicazioni. Inoltre sostituisce la presidente Roberta Metsola, quando necessario, per i contatti con le associazioni imprenditoriali europee, con gli organismi multilaterali (non di sicurezza), inclusi Onu e Wto, e per il Medio Oriente. Il suo intervento in Aula il 21 novembre scorso sulla situazione dei diritti umani nel contesto dei Mondiali cominci così: «La Coppa del Mondo in Qatar è la prova di come la diplomazia dello sport può portare a una storica trasformazione di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo». Il primo novembre Kaili, ricorda Twitter, ha incontrato il ministro del Lavoro qatarino Ali bin Samikh Al Marri, «accogliendo con favore l’impegno» di Doha «per i diritti dei lavoratori».

9 dicembre 2022 (modifica il 9 dicembre 2022 | 23:19)

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