glushkova:-«ritiro-il-nobel-per-la-pace,-abbiamo-difeso-i-diritti-anche-a-mosca»

Glushkova: «Ritiro il Nobel per la Pace, abbiamo difeso i diritti anche a Mosca»

L’organizzazione russa Memorial, fondata dal dissidente Andrej Sakharov, riceverà ad Oslo il premio Nobel per la Pace: «Il regime è spietato con l’avvocatura e odia i suoi valori»

Oggi, Giornata mondiale dei diritti umani, l’organizzazione russa Memorial, fondata dal dissidente Andrej Sakharov, riceverà ad Oslo il premio Nobel per la Pace. Oltre a Memorial, saranno premiati l’attivista bielorusso Ales Bialiatski e l’associazione ucraina Center for Civil Liberties. Tatiana Glushkova guida il team legale di Memorial. L’organizzazione è protagonista in Italia di una bellissima iniziativa editoriale. Da pochi giorni è in libreria “Proteggi le mie parole” ( Edizioni E/ O, pp. 192, euro 16,50), a cura di Sergej Bondarenko e Giulia De Florio.

Il volume raccoglie venticinque testimonianze di dissidenti politici, che, prima di essere condannati, hanno pronunciato l’ «ultima dichiarazione» (poslednee slovo).

Avvocata Glushkova, il Nobel per la Pace riconosce il vostro coraggio in un paese che viola i diritti umani?

La cosa più importante del Nobel per la Pace di quest’anno è che è stato assegnato ai difensori dei diritti umani dei paesi coinvolti, consideriamo pure la Bielorussia, nella più grande guerra in Europa, dopo la Seconda guerra mondiale. Quando il Comitato ha reso note le motivazioni, sono state sollevate delle perplessità. Qualcuno si è chiesto come fosse stato possibile assegnare il Nobel per la Pace sia ad una organizzazione di un paese che ha scatenato una guerra di aggressione sia ad un paese che viene bombardato ogni giorno. Coloro che hanno sollevato queste perplessità o non hanno capito o hanno fatto finta di non capire la dichiarazione del Comitato per il Nobel. Su entrambi i lati della linea del fronte ci sono persone impegnate a promuovere i tre valori individuati da Andrej Sakharov: pace, progresso, diritti umani. La storia russa dimostra che il passato ha dato origine agli eventi del presente: due guerre cecene e una guerra di cinque giorni contro la Georgia nel 2008.

Navalny, Gorinov, Kara Murza, Yashin, Shestun sono alcuni dei perseguitati politici. Quanto è dura la vita per gli oppositori in Russia?

Per ventidue anni la politica di Putin ha avuto un solo obiettivo: mettere a tacere i dissidenti. Per raggiungerlo sono stati utilizzati due approcci. Il primo: addomesticare gli avversari e scambiarsi dei favori, come per esempio promettere un seggio in parlamento. Il secondo approccio: consentire di condurre affari di vario genere senza intralci, anche giudiziari, per ottenere qualcosa in cambio. A poco a poco, persona dopo persona, tutte le élite in Russia hanno perso la loro indipendenza, ponendosi su un piano di inferiorità rispetto a Putin. In questo contesto, il processo penale è diventato il modo principale per mettere a tacere chi ha continuato ad alzare la voce contro il regime.

Esprimere il proprio punto di vista diventa sempre più difficile?

La legislazione sulla libertà di espressione è concepita oggi in modo tale che si possa essere perseguiti penalmente per quasi tutte le dichiarazioni che si pronunciano. Gli attivisti per i diritti umani scherzano su questo. L’unica cosa sicura che si può fare su internet è pubblicare le foto del proprio gatto. Ci sono casi in cui la necessità di rivedere il trattato federale tra la Federazione Russa e le sue regioni ha portato a procedimenti penali per ‘ inviti a violare l’integrità territoriale’. Gli inviti a partecipare a manifestazioni pacifiche sono stati qualificati come ‘ inviti a rivolte’. L’emendamento che vieta di chiamare guerra una guerra, sotto la minaccia di un procedimento penale, in base a quanto adottato nel marzo scorso, è l’apoteosi di una legislazione volta a distruggere la libertà di espressione.

Nella Russia di Putin la vita è difficile anche per gli avvocati che assistono i dissidenti. Il diritto di difesa è considerato un optional?

La discussione sul diritto di difesa dovrebbe partire da una constatazione. Nel 2021 in Russia c’è stato lo 0,28% dei procedimenti penali che sono stati portati in tribunale e si sono conclusi con una assoluzione. Noi avvocati siamo soliti dire che il pubblico ministero vince il processo anche se non legge il fascicolo. Potrei parlare di violazioni del diritto di difesa a non finire. I tribunali basano le loro sentenze su deposizioni di testimoni anonimi e prove ottenute sotto tortura, rifiutano di interrogare i testimoni dell’accusa in udienza pubblica, prendendo invece in considerazione le loro testimonianze scritte, rifiutano di considerare le perizie acquisite dalla difesa. Nel 2021 i nomi degli avvocati sono apparsi per la prima volta nel registro degli “agenti stranieri”. È emblematico il caso del giornalista Ivan Safronov. Sono stati avviati procedimenti penali pure contro i suoi avvocati, Ivan Pavlov e Dmitry Talantov, accusati di aver pubblicato ‘ falsi’ sull’esercito russo. Ai legali sono state concesse due settimane scarse per consultare 10mila pagine di materiale processuale che non dovevano essere fotocopiate, poiché, secondo l’accusa, contenevano segreti di stato. Oggi in Russia un avvocato che difende un dissidente politico si preoccupa non solo di aiutare il proprio cliente, ma anche di difendere sé stesso.

L’avvocatura istituzionale sta reagendo di fronte a questa situazione?

Lo spazio per l’indipendenza della professione legale negli ultimi anni si sta riducendo. Abbiamo imboccato una strada pericolosa. Penso a quanto accade in Bielorussia, dove gli avvocati che difendono i dissidenti vengono privati del loro status. Gli ordini forensi federali e regionali sono indipendenti, ma lo Stato ha cercato per molti anni di porre fine a tale condizione. Ecco perché gli stessi ordini forensi, per timore, cercano di mostrare lealtà verso le autorità.

Come immagina la Russia del futuro?

Per molti anni abbiamo discusso sul concetto della “Bella Russia del futuro”, che, inevitabilmente, vedrà la luce dopo il cambio di regime. Vorrei vivere in un paese in cui comprendere il passato e riflettere su di esso non sia solo materia per gli storici, ma per ogni cittadino. Vorrei vivere in uno Stato che segue l’appello dei dissidenti sovietici, ‘ Osserva la tua Costituzione’, e dove la discriminazione è combattuta e non supportata a livello statale. Vedo la ‘ Bella Russia del futuro’ come un paese in cui tutti partecipano ai processi decisionali. Immagino la ‘ Bella Russia del futuro’ come un paese in cui essere ‘ fuori dalla politica’ è una scelta impopolare, perché se non sei interessato alla politica un giorno la politica sarà interessata a te.

Related Posts

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

93 − = 88