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Servizi in rete per la lotta al caporalato nella Marca

TREVISO Sfruttamento lavorativo e capolarato in provincia di Treviso. Sono stati presentati oggi, in Prefettura, gli esiti del progetto Treviso Net-Work – Servizi in rete per la legalità del lavoro. L’iniziativa, finanziata con Fondi FAMI, ha consentito la mappatura e la presa in carico delle situazioni di vulnerabilità legate allo sfruttamento lavorativo e al caporalato, presenti in provincia di Treviso. In particolare, grazie alla collaborazione avviata con il partner di progetto, Una Casa per l’Uomo – Cooperativa Sociale, è stato attivato un network provinciale per lo scambio di informazioni, il contrasto allo sfruttamento lavorativo e la promozione della cultura della legalità.

Particolare attenzione è stata prestata alla formazione del personale operante nelle varie realtà coinvolte nella lotta al fenomeno con 65 ore di formazione erogate nei primi 6 mesi di progetto, con il coinvolgimento di circa 200 operatori del territorio, di cui circa la metà dipendenti della pubblica amministrazione. Inoltre, sono stati attivati 5 focal point per il contrasto alle forme di sfruttamento e la promozione del lavoro legale con sedi presso la Prefettura-UTG di Treviso ufficio della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, i Servizi Sociali del Comune di Treviso, il Servizio stranieri del Centro per l’Impiego di Treviso, l’ufficio Immigrazione della Questura di Treviso ed uno itinerante sul territorio provinciale. Infine, è stato attivato per 6 mesi un appartamento di pronta accoglienza per vittime di sfruttamento.

“Lo sfruttamento dei lavoratori, l’intermediazione illecita – ha infatti sottolineato il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti– da un lato evocano la sottomissione delle persone a fini speculativi in una nuova forma di schiavitù o servitù medievale, dall’altro inquinano il corretto e libero esplicarsi delle attività economiche e imprenditoriali introducendo distorsioni sul libero mercato del lavoro e nella libera concorrenza in danno di imprese e aziende rispettose della legalità e dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e svantaggiate rispetto a quelle che operano con evasione degli obblighi contributivi e assicurativi e con corresponsione di salari che definire indecenti è poco”.

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