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Monopattino elettrico: da risorsa a problema?

I monopattini elettrici hanno fatto la loro comparsa nelle città di tutta Italia da ormai tre anni (a Trento dall’autunno 2020); inizialmente questo mezzo era concepito come qualcosa di sostenibile, pratico e accessibile a tutti. Con il passare del tempo ci si è però accorti che questa risorsa, in realtà, porta con sé anche diversi svantaggi.

In Italia, per esempio, sono numerosissimi gli incidenti provocati da questi nuovi mezzi di trasporto. Un altro problema è rappresentato dalla quasi totale assenza di regolamentazione per quel che concerne i parcheggi.

Chi frequenta la città si sarà sicuramente accorto che i monopattini elettrici sono spesso abbandonati a sé stessi; se ne trovano in sosta sui marciapiedi, sulle strisce pedonali, sui posti riservati ai motocicli e su quelli adibiti al parcheggio delle biciclette.

Quello del parcheggio abusivo, però, è solo uno dei tanti aspetti negativi che ci lascia in eredità la continua produzione e commercializzazione di questo prodotto; un altro fattore che sicuramente va tenuto in considerazione è quello dell’impatto ambientale.

Essendo un mezzo elettrico, così come succede per le automobili e per le biciclette, si potrebbe erroneamente pensare che non sia poi così rilevante l’effetto sull’atmosfera. Invero, se le emissioni durante l’utilizzo sono pari a zero, diverso è il discorso se si guarda alla produzione e alla ricarica di tali mezzi, che spesso avviene in maniera tutt’altro che sostenibile.

Inoltre, utilizzando piccole batterie al litio, essi hanno una breve aspettativa di vita, approssimativamente di due o tre anni. In aggiunta a questo dato, bisogna tenere in considerazione che la distribuzione e il recupero dei monopattini elettrici (quando devono essere smaltiti o recuperati per la ricarica) avvengono perlopiù tramite veicoli tradizionali, dotati di motore termico.

Per giunta, è statisticamente provato che questi nuovi mezzi di trasporto hanno sostituito pedoni e biciclette, piuttosto che le automobili, andando quindi ad implementare, più che ridurre, l’anidride carbonica presente nell’atmosfera.

Questo punto è da ricollegare al fatto che essi vengono utilizzati perlopiù per brevissime distanze nei centri storici delle città, a volte di pochissime centinaia di metri.

A Trento, il vicesindaco Roberto Stanchina, intervistato da “Il T”, ha dichiarato che la città sta ricercando nuove soluzioni per la mobilità, in particolare incentivando l’uso di mezzi alternativi e cercando di spostare il traffico delle auto nella seconda e nella terza corona della città.

Se tra i mezzi alternativi di cui parla Stanchina figureranno ancora i monopattini elettrici, è certo che servirà una vera e propria rivoluzione per la loro regolamentazione e fruizione nei prossimi mesi.

Mattia Nadalini

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