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Marco, 25 anni, picchiato fuori da un pub a Londra: è in coma

di Luigi Ippolito, corrispondente da Londra

Ricoverato in terapia intensiva, con prognosi riservata. Appassionato di kickboxing, lavora come cameriere a Londra, nel quartiere di Brixton: aggredito da un cliente che non voleva uscire dal locale

Londra — È ricoverato in terapia intensiva, con prognosi riservata, il giovane italiano di 25 anni selvaggiamente picchiato a Londra nella notte fra venerdì e sabato: Marco Pannone è arrivato al King’s College Hospital in condizioni gravissime, tanto che è stata necessaria una operazione d’urgenza per asportare parte della calotta cranica. Ora il ragazzo è in coma farmacologico.

Non è ancora chiaro cosa sia accaduto: Marco è stato trovato in una pozza di sangue sul retro del locale dove lavora come cameriere, vittima evidente di un pestaggio. Ma è solo dopo che è giunto in ospedale a bordo di un’ambulanza che le autorità mediche hanno deciso di allertare la polizia. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere del pub, ma non è sicuro che abbiano registrato l’incidente.

Una versione che circola, non verificata, è che il giovane italiano, a Londra da circa sei anni, sia stato aggredito da un cliente del pub che non voleva lasciare il locale dopo l’orario di chiusura. Il posto è a Brixton, quartiere «difficile» della periferia meridionale di Londra, celebre per violenti scontri razziali negli anni 80. D’altra parte la sicurezza in tutta Londra è andata via via peggiorando negli anni recenti, specialmente nelle periferie, dove agguati e accoltellamenti, spesso fatali, sono ormai cronaca quotidiana.

Marco, che pure è un appassionato di kickboxing, è stato probabilmente aggredito alle spalle e non è stato in grado di difendersi. L’allarme su quanto accaduto è stato dato via social da un suo amico, che forse era con lui: i primi a essere raggiunti sono stati i suoi amici della palestra di kickboxing che il giovane frequentava a Fondi, la sua città di origine in provincia di Latina. In questo modo sono stati informati i familiari: subito è partito per Londra lo zio, Massimiliano Sepe, chef del noto ristorante romano Alfredo alla Scrofa, seguito poi dai genitori, il padre Giuseppe e la madre Enza. Loro si trovano ora in ospedale, che ha messo a disposizione una infermiera che parla italiano, e sono in contatto con le nostre autorità consolari di Londra.

7 dicembre 2022 (modifica il 7 dicembre 2022 | 07:38)

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