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La scuola dei Vip | Il Friuli

Il 30 gennaio alle 20 si chiuderanno le iscrizioni al primo anno delle scuole superiori. Decisione difficile che coinvolge i diretti interessati, 13-14cenni che nella maggior parte dei casi non hanno le idee molto chiare, e i loro genitori che, d’altra parte, nutrono sempre grandi aspettative. Mancano pochi giorni e i giochi saranno fatti.

Da questa scelta dipenderà la serenità o meno durante i terribili anni dell’adolescenza e, si spera, la preparazione per affrontare il mondo del lavoro o dell’università. Ecco i consigli di ex studenti Vip friulani.

Tullio Avoledo, scrittore. “La scuola superiore, per un ragazzo degli Anni ‘50 come me, era anche un ascensore sociale, che consentiva di superare le vecchie distinzioni di classe. Oggi molto meno. Oggi si sente dire che la scuola deve preparare al lavoro, si punta l’attenzione su questo, sulle scuole professionali. Ma chiedete ai politici che sostengono questa idea a che scuole superiori iscrivono i loro figli… In realtà per me, la scuola dovrebbe creare curiosità, fornire un metodo per interpretare le cose, per affrontare la vita. Ho fatto il liceo classico, a Pordenone, con docenti che sono stati anche maestri di vita. Il mio consiglio è di scegliere la scuola con entusiasmo e abbandono, come col primo amore”.

Francesca Bardelli Nonino, imprenditrice e influencer. “La prima superiore è l’inizio della grande avventura dell’adolescenza. Si comincia a capire cosa si diventerà da grandi e a fare progetti per il futuro. Consiglio ai ragazzi di approfittare della scuola per mettersi in gioco, rischiare e concedersi il lusso di sbagliare. Io ho frequentato il Copernico a Udine. Pensavo che fosse la scuola che mi avrebbe offerto più possibilità e mi avrebbe preparato a tutto. In realtà, ho imparato più sul lavoro che al liceo”.

Chiara Cainero, campionessa olimpica. “Purtroppo, in Italia gli insegnanti, almeno ai miei tempi, non vedevano di buon occhio gli studenti che facevano sport ad alti livelli e, quindi, per fare gare dovevano perdere giorni di scuola. Io ho frequentato il liceo linguistico Percoto a Udine, ero brava, perché comunque chi fa sport ad alti livelli vuole essere bravo in tutto quello che fa. Il preside mi appoggiava e mi giustificava tutti i sabati che saltavo per le gare, ma nonostante i risultati alcuni insegnanti non erano contenti. Io comunque ho raggiunto tutti i miei obiettivi, mi sono anche laureata e l’inglese, imparato anche a scuola, mi è servito nella vita. I miei figli sono ancora piccoli e io li appoggerò qualsiasi sia la loro scelta e darò loro la possibilità di studiare all’università, se lo vorranno”.

Massimo Giacomini, calciatore e allenatore. “Ho 83 anni e ai miei tempi la scuola era molto diversa. Ho frequentato il liceo classico Stellini. Nonostante gli impegni sportivi, ho sempre studiato molto e dopo la maturità, sulla quale c’era poco da scherzare, ho continuato a giocare in serie A. Però del ginnasio mi ricordo le piccole soddisfazioni e le amicizie. Adesso la scuola si è evoluta ed è giusto sia così. È migliorata da un lato – penso a quanto sia facile oggi avere un confronto con gli adulti – , ma dall’altro è peggiorata”.

Rita Maffei, attrice. “Al momento d’iscrivermi alle superiori, ho scelto il liceo Marinelli di Udine, anche se avrei preferito frequentare il classico. Non avevo molto interesse per le materie scientifiche, ma ero convinta che sarebbe stato molto utile, anche per il futuro, conoscere bene l’inglese, e così è stato. All’epoca, allo Stellini, si studiavano le lingue straniere solo per i due anni di ginnasio. Non mi sono mai pentita della scelta fatta e la consiglierei ai ragazzi che si devono iscrivere. Innanzitutto, perché in Italia e anche a Udine la preparazione che danno i licei è molto valida e offre la possibilità di intraprendere qualsiasi strada, contengono più spettri, anche in vista dell’università. E di certo dopo il diploma si è più consapevoli che a 14 anni”.

Matteo Oleotto, regista. “Quello delle superiori è un passaggio obbligato. Io ho scelto di frequentare il liceo linguistico a Gorizia, perché volevo imparare bene l’inglese e in generale le lingue straniere. Quando ho scelto la scuola, pensavo che conoscere le lingue fosse il modo migliore per evadere dalla piccola provincia. Non sapevo ancora quale sarebbe stata la mia strada e di certo non sapevo assolutamente cosa avrei fatto dopo. In questo senso la scuola non mi ha di certo formato per la mia professione attuale. Ai ragazzi di oggi dico solo: godetevela, godetevela, godetevela, perché dopo comincia il bello!”.

Andrea Sambucco, comico. “Al momento di scegliere le superiori avevo le idee chiare. Dopo lo Zanon a Udine avrei fatto il ragioniere nel supermercato di mio padre. Invece sono diventato ‘Ruggero de I Timidi’ sempre in giro per l’Italia. Però i miei studi sono utili quando devo compilare l’F24 e fanno contenta la mia commercialista. Non pensavo che mi sarebbero più serviti, quando ho deciso di intraprendere la mia strada artistica. Invece… Però sono contento di essere arrivato alla fine, di aver preso il diploma nel 1994. Proprio l’anno scorso sono andato a ritirare il pezzo di carta, per appenderlo in cornice. Adesso continuo a studiare, di certo non scienze e biologia di cui non mi interessava niente neanche a scuola. E’ meglio quando nessuno ti dà un voto e te lo impone. Ai ragazzi consiglio di studiare tutta la vita, sui libri o coi tutorial, dove si vuole. E’ fondamentale”.

Ilaria Tuti, scrittrice. “L’unico consiglio che posso dare è quello di scoprire prima possibile che cosa ci rende felici fare: una passione da coltivare e sulla quale investire energie e fare progetti. Spesso ci modelliamo sulle aspettative altrui, condannandoci da soli a una vita, un percorso di studi, un lavoro privi di slanci, che prima o poi inaridiscono i sogni. Io ci ho messo un po’ a capire che cosa mi rendeva davvero felice e a seguire quella strada. Avevo invece intrapreso il sentiero più battuto, quello che secondo altri mi avrebbe assicurato un lavoro considerato sicuro. Per fortuna non è mai troppo tardi per seguire le proprie inclinazioni e dare una nuova direzione alla propria vita”.

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