La donna era riuscita a fuggire e aveva denunciato i familiari. Confermata la sentenza di primo grado: 8 anni al marito
TRENTO. Otto anni per il marito, quattro per i suoceri. La Corte d’assise d’appello di Trento ha confermato oggi (5 dicembre) la sentenza di primo grado che ha condannato i familiari di una giovane pakistana accusati di violenze.
La donna, dopo essere stata costretta al matrimonio, viveva
segregata in una casa di Trento, di fatto segregata, vittima di soprusi e violenze: marito e suoceri le impedivano di uscire se non accompagnata e “sorvegliata”, di telefonare, e persino di mangiare ciò che preferiva.
La donna era riuscita a fuggire dalla famiglia e a denunciare la situazione di cui era vittima.
Oggi la sentenza di appello che conferma le condanne inflitte in primo grado.
il caso
Più di 100 in 53 Paesi. La ong Safeguard Defenders: «Servono a sorvegliare i dissidenti». Ma Pechino smentisce: «Aiutano i connazionali con la burocrazia»
Antonio Fatiguso
tragedia
La donna stava attraversando la strada all’ingresso del paese quando è stata centrata. Nulla da fare per i soccorritori