di Leonard Berberi
Il documento all’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile: «I siti specializzati creano un problema di sicurezza». E Riyadh chiede di non tracciare in particolare i jet privati
L’Arabia Saudita non vuole rendere pubblico il tracciamento in tempo reale dei voli, soprattutto privati. Elon Musk, nuovo padrone di Twitter, sospende gli account che seguono i movimenti dei jet dei ricchi, compreso il suo. In attesa di capire se è una coincidenza — i sauditi sono i secondi azionisti del social network — questo doppio approccio rischia di abbattersi contro le piattaforme sempre più famose come Flightradar24 e FlightAware visitate ogni giorno da milioni di persone interessate a seguire i collegamenti commerciali o quelli dei personaggi famosi a bordo di velivoli business.
I siti specializzati
In quattro pagine depositate alcune settimane fa presso l’Icao (l’agenzia Onu per l’aviazione civile) Riyadh propone di restringere a livello globale, non solo in Arabia Saudita, l’accesso da parte di siti terzi all’Automatic dependent Surveillance-Broadcast (ADS-B), lo strumento attraverso il quale gli aerei — ma anche i mezzi aeroportuali, i jet militari e gli elicotteri — trasmettono o ricevono automaticamente dati come l’dentificazione, la posizione, l’altitudine, la velocità, eccetera. L’ADS-B è alla base del funzionamento proprio dei siti come Flightradar24.
Il documento
Secondo i sauditi «l’accesso incontrollato sul web ai dati dettagliati/accurati ADS-B ha sollevato preoccupazioni da parte degli operatori e dei proprietari di aeromobili in materia di sicurezza e riservatezza dei voli», si legge nel documento inviato alla commissione tecnica dell’Icao durante la 41esima sessione dell’assemblea che si è svolta tra fine settembre e inizio ottobre. La possibilità per chiunque di conoscere in tempo reale la condizione di uno specifico aereo, prosegue la delegazione saudita, «costituisce una grave minaccia alla sicurezza per tutti gli Stati membri che attualmente non è affrontata a livello di Icao».
Le critiche
Scrive ancora Riyadh — senza fornire dettagli — che «sono stati sollevati problemi di sicurezza, protezione e privacy a causa della disponibilità di informazioni dettagliate e accurate sui voli condivise su Internet e di dominio pubblico». «Proprietari e operatori di aeromobili, compresi gli aerei di Stato e i voli privati, hanno detto che il tracciamento pubblico di tali voli è inaccettabile perché incrementa i rischi alla sicurezza». Una situazione che richiede un intervento «per proteggere il diritto alla privacy» e «misure di controllo sull’accessibilità pubblica all’ADS-B».
Le proposte
Per questo Riyadh «suggerisce» alcune «potenziali soluzioni». La prima, che fa storcere il naso agli esperti, riguarda la possibilità di spegnere di fatto il sistema Mode S/ADS-B per rendersi «invisibili» ai siti di tracciamento. Ma in questo caso, ammettono gli stessi sauditi, si rischiano gli incidenti perché l’ADS-B trasmette i dati anche ai sistemi anti-collisione che si trovano a bordo. Tra le altre proposte c’è quella di dare il compito alle società di controllo del traffico aereo di «filtrare» i dati relativi a certi voli nascondendone l’«identità». Oppure di vietare l’accesso ai piani di volo, di «de-identificare» l’aereo e il volo o di criptare i dati ADS-B.
lberberi@corriere.it
15 dicembre 2022 (modifica il 15 dicembre 2022 | 13:11)
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