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Vulcano: carabinieri trovano borsone su scogliera con 42 chili di cocaina

di Alessio Ribaudo

In Sicilia continuano i ritrovamenti misteriosi di droga abbandonata sulle spiagge. Alle Eolie i militari hanno notato, su una scogliera di Vulcanello, un borsone. Dentro c’erano 32 panetti di polvere bianca che sul mercato valgono fino a 3,8 milioni di euro

Il giallo dei misteriosi ritrovamenti di droga sulle spiagge siciliane si aggiorna con un nuovo capitolo: forse il pi ricco. Alcuni carabinieri, durante un giro di perlustrazione, hanno scorto uno strano e voluminoso borsone su una scogliera a Vulcanello. Una volta aperto, la sorpresa: 32 panetti di cocaina da 42 chili. Ora si attendono le analisi del Ris di Messina per le analisi tecniche e di laboratorio.

Gli altri ritrovamenti

Due settimane fa, degli involucri pieni di droga erano stati trovati sulla spiaggia di Sciacca, nell’Agrigentino, da volontari del Wwf che stavano svolgendo una campagna di pulizia. Un altro plico con oltre 40 panetti di droga, ben sigillati, dal peso totale di quattro chili furono sequestrati dai militari a Castellammare del Golfo sull’arenile di Cala Mazzo di Sciacca (nel Trapanese). Anche i carabinieri di Campobello di Mazara, nel trapanese avevano rinvenuto, sul lungomare di Tre Fontane, un panetto di hashish a poche decine di metri da dove, nel febbraio 2021, rinvenirono altri 36 chili. Solo nel Trapanese, nel 2022, furono quattro i ritrovamenti e altri sei, da 150 chili, avvennero nel 2021. La sera di capodanno di tre anni fa, invece, gli agenti della questura di Agrigento videro a due passi dell’iconica Scala dei Turchi, a Realmonte, una sorta di grande scatolone: dentro c’erano 600 panetti di hashish, per un peso complessivo di 38 chili e 100 grammi. Qualche tempo primo altri 30 chili erano stati sequestrati, nella zona dell’ex eliporto di San Leone. Sempre nel 2020 altri 600 panetti di hashish erano stati ritrovati dalla polizia nella spiaggia di Capo d’Orlando. La stessa che a Gino Paoli ispir Sapore di sale e, negli stessi giorni, centinaia di pacchetti furono rinvenuti anche nel Palermitano, Trapanese e Agrigentino.

Il copione

Un copione che si ripetuto cos tante volte che non poteva non fare storcere il muso agli inquirenti di mezza Sicilia. Nessuno crede alla casualit: almeno dall’estate del 2015 che si susseguono. Quell’anno, ad Alcamo Marina, furono ritrovati 60 panetti. Da allora, si stima che sulle spiagge della Sicilia sia stata dimenticata una tonnellata di droga: cocaina, hashish e marijuana, per lo pi, custodite dentro pacchetti ben sigillati.

I velieri e le rotte

L’ipotesi pi accreditata, al vaglio degli inquirenti, che dietro a questi carichi abbandonati ci siano le rotte della droga che collegano il Nord Africa con Sicilia. I trafficanti lascerebbero in mare aperto dei grandi pacchi di stupefacenti dai 25 ai 40 chili l’uno — fornendo poi le coordinate agli acquirenti — che, cos, li issano a bordo per poi scaricarli di notte a poca distanza dalle spiagge. Solitamente, le meno frequentate, per non dare nell’occhio e correre il rischio che qualcuno allerti le forze di polizia. In inverno sui carichi pi grossi, vengono inserite dei Gps e/o boe perch le correnti possono spostare di molto il pacco. Un sistema facile e poco rischioso proprio se le condizioni meteomarine non sono proibitive. Accade, infatti, che il mare in burrasca corra pi veloce dei motoscafi d’altura impegnati per il recupero facendo arenare i carichi oppure che i trafficanti africani, spaventati, sia dal mare in tempesta sia dalla possibilit di essere avvicinati dalla Guardia costiera per i soccorsi sgancino la droga. Tutto rientra in precisi calcoli ovvero quello che, specialmente nei mesi invernali, si perda parte del guadagno. stato individuato un “canale” di trasporto di ingenti quantit di hashish — ha spiegato il procuratore facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella — che rientra fra i traffici illeciti del Mediterraneo centrale sui quali l’Agrigentino si affaccia. Un maxi giro realizzato utilizzando piccoli velieri che possono viaggiare in diversi Paesi europei senza dover presentare, non hanno alcun obbligo, senza l’indicazione di una rotta o di un piano di movimentazione. Fu proprio il procuratore Vella a coordinare una lunga indagine che sfociata in 17 arresti. L’intuizione part da un dettaglio: nel 2019 erano stati sequestrati in provincia cinque chili di hashish sui quali c’erano tracce di cristalli di sale. Da qui l’idea che fossero stati abbandonati in mare e cos, con il supporto di polizia e Capitaneria, si risal a un veliero il cui equipaggio, a causa di un’avaria, scelse di abbandonare il carico. Quando questi velieri vanno in difficolt per avarie o per le condizioni meteomarine — ha spiegato il magistrato — la cosa pi semplice che fanno buttare in acqua il carico di stupefacente ben confezionato. Gli episodi di ritrovamenti di hashish in molte spiagge siciliane, verosimilmente, possono essere collegati a traffici internazionali simili. Il tipo di imbarcazione non secondario. Nel 2021, sempre nel Canale di Sicilia, una barca a vela, battente bandiera degli Stati Uniti, fu intercettata da un’aereo della Guardia di Finanza, fu monitorata per mezza giornata da un pattugliatore e, ottenute le autorizzazioni internazionali, fu bloccata. A bordo c’erano tre bulgari con un carico di sei tonnellate di hashish che avrebbe fruttato circa 13 milioni di euro. La rotta dei velieri difficilmente tracciabile perch non hanno obbligo di documentazione stringente a bordo — ha concluso Vella —, poi non devono comunicare la rotta e viaggiano sotto i radar.

Il brand

Le bande di trafficanti si contendono il mercato, specialmente, dell’hashish che — spiegano gli inquirenti — si deteriora meno, nel caso, malaugurato che l’artigianale tenuta stagno si buchi mentre la cocaina e la marijuana diventano non pi immettibili sul mercato e comportano il mancato pagamento da parte degli italiani. Per via di questa contesa dei clienti i trafficanti hanno adottato la strategia gi in voca fra i creatori delle pillole di ecstasy: la marchiatura in modo che, ogni banda criminale, sia un brand riconoscibile sul mercato dello spaccio. Cos si spiegano, a esempio, alcuni timbri come quello Blue dream stampigliato su alcuni carichi sequestrati.

4 aprile 2023 (modifica il 4 aprile 2023 | 19:53)

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