di F. Q. | 15 Dicembre 2022
Prosciolta “per non aver commesso il fatto”. Il gup di Roma scagiona Marcella Contrafatto, segretaria di Piercamillo Davigo quando il magistrato era membro del Csm, finita sotto inchiesta per calunnia. La vicenda giudiziaria è legata alla diffusione dei verbali degli interrogatori resi da Piero Amara ai magistrati milanesi in cui l’avvocato siciliano faceva riferimento a una presunta Loggia Ungheria, della quale avrebbero fatto parte magistrati, politici, funzionari, imprenditori, avvocati, alti prelati del Vaticano.
Quei verbali nell’autunno 2020 arrivarono ad alcune testate giornalistiche (Il Fatto Quotidiano e La Repubblica) e poi il 18 febbraio 2021 al consigliere del Csm Antonino Di Matteo. Secondo l’accusa, a recapitare i documenti era stata Contrafatto. In particolare, insieme al verbale di interrogatorio dell’avvocato Amara, non sottoscritto composto da cinque pagine, il magistrato Di Matteo ricevette anche, scrivevano i giudici del Riesame di Roma, “un biglietto anonimo in cui tra l’altro si affermava che il verbale in questione era stato ben tenuto nascosto dal procuratore di Milano Francesco Greco ‘chissà perché’ e che in ‘altri verbali c’è anche lui’ (parte manoscritta volta verosimilmente a evidenziare che da alcuni verbali di interrogatorio risulta la presenza del dottor Greco)”. Quel biglietto calunnioso, era l’ipotesi dell’accusa, fu scritto dalla stessa Contrafatto.
La decisione del gup, arrivata questo pomeriggio, fa invece cadere le accuse nei confronti dell’ex segretaria di Davigo, che dopo la lettura del dispositivo è scoppiata in lacrime. “Siamo soddisfatti ed orgogliosi di aver smontato pezzo per pezzo questa indagine e di aver dimostrato l’estraneità della mia assistita a tutta questa vicenda – ha commentato all’Adnkronos l’avvocato difensore Alessia Angelini. “E’ stato un lavoro impegnativo, con l’analisi degli elementi che riguardavano questo procedimento e quelli di Brescia. Un lavoro articolato e pesante che ha portato a far cadere l’accusa”, ha aggiunto. “E’ la fine di un incubo”, ha commentato la stessa Contrafatto.
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