ROMA – Per il terzo anno consecutivo l’Università La Sapienza di Roma è la prima al mondo, dice la classifica internazionale Qs World ranking, nella disciplina Studi classici e Storia antica. Con il punteggio di 98,7. E’ un risultato importante, visto il peso del ranking britannico, e che vede consolidarsi il suo spessore e il riconoscimento internazionale.
In generale, il sistema atenei d’Italia cresce, dice Qs. Restringendo il campo all’Unione europea, e considerando i piazzamenti nelle prime sei fasce, dal numero 1 alle prime duecento passando per top 10, top 20, top 50 e top 100, l’Italia è seconda dopo la Germania. E ancora, il nostro Paese è secondo nell’Unione per numero di posti in classifica tra i primi dieci al mondo, dopo i Paesi Bassi. Segno di questa crescita generale, le università italiane ottengono il quinto posto per il miglioramento della performance rispetto allo scorso anno. Eccelliamo, si legge, in Medicina, Fisica e Astronomia, Biologia.
La Sapienza, che guida gli atenei nazionali, ha ottenuto piazzamenti in tutte e cinque le grandi aree tematiche considerate dal ranking e in 43 discipline delle 54 analzzate. Questo ha consentito al primo ateno di Roma, e il più grande d’Europa, di essere, unica italiana, tra i primi 50 al mondo in sette materie e tra i primi 100 al mondo in ventun materie. In Italia, inoltre, è prima in “Arts and Humanities” (41a al mondo) e Scienze naturali (44a).
Politecnico di Torino e Ingegneria del petrolio
L’Università di Bologna è tra i primi 100 atenei a livello globale in 26 diverse discipline. In quattro casi raggiunge la top 50: Studi classici e Storia antica (25° posto), Archeologia (34°), Legge (42°), Lingue moderne (38°). Con 17 primi posti nazionali, l’Alma Mater si conferma la prima università italiana per primati disciplinari.
Anche la Scuola normale superiore di Pisa si afferma negli Studi classici e nella Storia antica: è quarta e migliora di due posizioni. Il Politecnico di Milano è settimo (migliora di sei posizioni) in Ingegneria meccanica, aeronautica e manifatturiera, ottavo (ne perde tre) in Design e decimo in Architettura. L’Università commerciale Bocconi è settima in “Business e management”, ottava in “Marketing” e sedicesima in Economia ed Econometria. L’Università privata Luiss è quattordicesima (prende otto posizioni) in Politica e Studi internazionali. Il Politecnico di Torino è quindicesimo in Ingegneria del petrolio. La Iuav di Venezia è 18a in Storia dell’arte. La Statale di Milano 29a in Farmacia e Farmacologia. L’Università Tor Vergata di Roma 30a in Studi classici e Storia antica.
“Per la terza volta consecutiva”, dice la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, “gli studi classici della Sapienza hanno raggiunto il podio più alto nella classifica internazionale Qs. Il ranking premia gli studi umanistici del nostro ateneo, tra i quali il primo posto in Italia per quattro dipartimenti: Archeologia, Storia, Library & Information Management e Storia dell’Arte, materia introdotta quest’anno per la prima volta”.
Il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, afferma: “Il miglioramento nella maggior parte degli ambiti disciplinari, nelle aree di Ingegneria e Architettura, testimonia l’ottima reputazione internazionale del Politecnico di Torino e la capacità di confrontarsi con i migliori Atenei al mondo nella ricerca. Con questi risultati l’Ateneo consolida il ruolo di importante player nel contesto internazionale per l’alta qualità della sua ricerca e della formazione”.
Harvard, poi Oxford e Cambridge
Su un piano internazionale. le università statunitensi sono in testa in 32 materie e l’Università di Harvard si classifica al primo posto in quattordici materie, due in più rispetto all’anno scorso. Gli atenei della Gran Bretagna sono in cima a 15 classifiche, con le Università di Oxford e Cambridge in testa rispettivamente in quattro e due materie. Il Politecnico di Zurigo, Eht Zurich, è la migliore università dell’Europa continentale e ha ottenuto il primo posto in tre materie. L’Università del Cile raggiunge la posizione più alta dell’America Latina, con Ingegneria mineraria e Mineraria.
L’Australia si colloca tra le tre sedi di ricerca di maggior impatto al mondo, secondo l’H-index. La Cina (continentale) aggiunge il secondo maggior numero di materie. Il declino sistemico del Giappone continua, con il 43 per cento delle sue università che scendono nella classifica, mentre l’8 per cento migliora.
Ben Sowter, vicepresidente di Qs, ha dichiarato: “Una prospettiva internazionale, sia per la diversità del corpo docente sia per le collaborazioni di ricerca scientifica, si correla fortemente con una migliore performance. Le università in ascesa hanno ricevuto investimenti mirati dai governi per oltre un decennio. Infine, il rafforzamento delle relazioni con l’industria e il mondo del lavoro produce migliori risultati in termini di occupazione, ricerca e innovazione”.
La classifica per materie elaborata da Qs prende in considerazione i seguenti parametri: la reputazione accademica e quella tra le aziende basata sull’opinione di “recruiter” in tutto il mondo, le citazioni per lavoro, l’utilizzo dell’“H-Index” sulla prolificità e l’impatto delle pubblicazioni e l’International Research Network, percentuale di pubblicazioni su Scopus con co-autori internazionali previsto quest’anno per la prima volta per tutte le discipline.