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Troppo freddo, il Papa segue da Santa Marta la via Crucis con i rifugiati che porteranno la croce

ROMA – Per via del freddo intenso di questi giorni Papa Francesco seguirà la Via Crucis di questa sera da Casa Santa Marta, unendosi alla preghiera di coloro che si raccoglieranno con la Diocesi di Roma al Colosseo. Saranno però le guerre nel mondo e la preghiera per la pace e la fratellanza al centro della Via Crucis di papa Francesco che si terrà al Colosseo questa sera a partire dalle 21.15. Secondo quanto apprende l’Ansa, dovrebbero essere i rifugiati di vari Paesi in guerra a portare la croce da una stazione all’altra: dall’Ucraina alla Siria, dall’Iraq a numerosi Paesi africani.

Sono le vittime di quella “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parla frequentemente Jorge Mario Bergoglio, il quale, in particolare, a inizio di quest’anno ha toccato con mano il dramma dei rifugiati quando ha viaggiato in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, facendo appello alla fine dello sfruttamento e dei conflitti armati. Nella rievocazione della “via dolorosa” percorsa da Gesù si potrebbe fare cenno anche alla sofferenza dei cristiani in alcune aree del mondo, come in Medio Oriente, o alle tensioni che stanno riemergendo in aree come i Balcani.

Il caso diplomatico dell’anno scorso

L’anno scorso la compresenza di due amiche russa e ucraina alla Via crucis del Papa suscitò le critiche del presidente ucraino Volodymir Zelensky in persona, nonché del suo ambasciatore presso la Santa Sede Andrii Yurash e del capo della Chiesa greco-cattolica Sviatoslav Shevchuk. La diretta della Via crucis al Colosseo non fu trasmessa sui canali ucraini, neppure quelli ecclesiali. Il nunzio apostolico a Kyiv, monsignor Visvaldas Kulbokas, dovette faticare non poco per spiegare che la scelta non andava interpretata come “segnale politico” o “anticipo di riconciliazione”. E all’ultimo fu cambiato anche il testo della meditazione che accompagnava quella stazione, sostituito da un “silenzio orante” presentato come “più eloquente delle parole”. Un caso diplomatico. Che avrebbe spinto la Santa Sede, quest’anno, ad una grande discrezione in merito ai testi delle meditazioni, che non sono stati pubblicati anticipatamente, e alla lista, ancora non nota ufficialmente, di coloro che porteranno la croce nelle 14 stazioni.

Gli aiuti umanitari verso l’Ucraina

Secondo quanto apprende l’Ansa, sarebbero state coinvolte nell’organizzazione della Via Crucis del Papa le organizzazioni che maggiormente sostengono e aiutano i rifugiati in Italia, mentre per l’Ucraina potrebbe dare un contributo la chiesa greco-cattolica di Santa Sofia a Roma, da un anno snodo degli aiuti umanitari dall’Italia, e dalla Santa Sede attraverso il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, verso Kiev.

Quanto alla guerra russa in Ucraina, Francesco, che nel corso dei mesi ha tenuto una linea di “equivicinanza” che gli ha attirato non poche critiche dall’Ucraina, ha pregato mercoledì scorso, alla udienza generale in piazza San Pietro, per le “mamme dei soldati ucraini e russi che sono caduti nella guerra”, come “la Madonna davanti alla Croce”. 

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