Siccità, no ai bacini artificiali: «La Provincia eviti l’ecocidio»
Trento. Si è svolta ieri presso la confluenza tra torrente fersina e fiume adige la presentazione del comunicato «ops! siamo a secco!» del comitato permanente per la difesa delle acque del trentino…
Trento. Si è svolta ieri presso la confluenza tra torrente fersina e fiume adige la presentazione del comunicato «ops! siamo a secco!» del comitato permanente per la difesa delle acque del trentino (che raccoglie 13 associazioni ambientaliste), inerente al periodo di prolungata siccità che stiamo vivendo e alle possibili soluzioni per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico.
«il prolungato periodo di siccità e l’estrema carenza idrica è sotto gli occhi di tutti e richiede un’azione politico-tecnica forte e scientificamente informata. per questo motivo chiediamo che la provincia di trento abbandoni l’idea anacronistica e antiscientifica della costruzione di nuovi bacini artificiali e persegua immediatamente un ambizioso piano di realizzazione capillare di infrastrutture ecologiche» affermano i volontari.
«la retorica dell’emergenza è l’insopportabile e immaturo piagnisteo di chi, negli ultimi 30 anni, non ha fatto abbastanza per prepararsi al cambiamento climatico. l’unico vero serbatoio che possiamo ricaricare ha un nome preciso e si chiama falda acquifera» afferma il comitato.
Poi l’analisi: «i sistemi di ricarica controllata della falda costano in media 1,5€/mc di capacità di infiltrazione annua, mentre per gli invasi i costi arrivano a 5-6€/mc di volume invasabile. i sistemi di ricarica controllata consumano molto meno territorio e per essi è più facile trovare siti idonei».
Poi le richieste: «chiediamo l’adozione immediata di “misure mirate all’incremento della funzionalità ecologica dei terreni agrari e della loro capacità di trattenere e far infiltrare le acque meteoriche e prevenire il
Degrado dei suoli”; l’approccio industriale distrugge le nostre valli. i grandi imperi agricoli nondi rado si dipingono la faccia di verde fregiandosi, a torto, di agire in maniera sostenibile, salvopoi richiedere deroghe alle più basilari norme di tutela ambientale».
Quindi «chiediamo “la riqualificazione morfologica ed ecologica dei corsi d’acqua, decanalizzandoli e recuperando le forti incisioni subite nei decenni scorsi, riconnettendo le pianure alluvionali, ripristinando fitte formazioni boscate riparie e la de-impermeabilizzazione delle aree urbane. queste sono misure previste dalle strategie per la “biodiversità 2030” e “from farm to fork” nell’ambito del new green deal della ue».
Ma poi «le proposte attualmente in discussione sia a livello nazionale che in trentino vanno esattamentenella direzione opposta».
Quindi l’appello finale: «la provincia di trento non si macchi di ecocidio!», dice il comitato.