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Naufragio migranti, la procura di Crotone apre un fascicolo di inchiesta contro ignoti sui soccorsi

La Procura di Crotone ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per ricostruire tutta la catena dei soccorsi nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, quando un’imbarcazione con a bordo almeno 180 migranti è naufragata a poche centinaia di metri dalle coste di Steccato di Cutro, in Calabria.

L’ufficio diretto dal procuratore Giuseppe Capoccia con il pm Pasquale Festa ha delegato ai carabinieri del comando provinciale l’incarico di acquisire le relazioni di servizio e la documentazione relativa a quanto accaduto a partire dalle giornata di sabato 25 febbraio, quando un aereo dell’agenzia internazionale Frontex ha segnalato l’imbarcazione, un caicco partito dalla Turchia, a 40 miglia da Isola Capo Rizzuto.

Saranno prese in esame le relazioni della Guardia di Finanza, uscita in mare alle 2.20 di domenica con due mezzi poi rientrati un’ora dopo a causa delle pessime condizioni meteo marine, e della guardia costiera. E dovrà essere valutata la scelta delle autorità marittime di non classificare l’evento come operazione di salvataggio, che avrebbe fatto scattare l’intervento dei mezzi della guardia costiera, più attrezzato per fronteggiare le onde.

In questo momento non sono configurate ipotesi di reato. L’obiettivo dei magistrati è raccogliere la documentazione, ricostruire l’accaduto e poi eventualmente fare le prime valutazioni.

Intanto il giudice del tribunale per i minorenni di Catanzaro ha convalidato anche il fermo del presunto scafista di 17 anni, di nazionalità pakistana, per il quale è stato disposto l’invio in un istituto di pena minorile avendone riconosciuto il ruolo determinante svolto prima come organizzatore del viaggio dei migranti e poi durante la navigazione. Assistito dall’avvocato Salvatore Perri, il giovane respinge le accuse.

Nella giornata di ieri il gip di Crotone Michele Ciociola aveva convalidato il fermo di un altro scafista pakistano, Arslan Khalid, 25 anni, mentre un terzo scafista turco, Sami Fuat, di 50 anni, non è stato ancora interrogato in quanto sottoposto a quarantena per aver contratto il covid.

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