Il polo centrista ha votato nella Camera contro gli emendamenti identici di Pd, M5S e Avs al Dl Ministeri che puntavano all’eliminazione della parola “merito” dalla nuova denominazione del ministero dell’Istruzione. I voti dei deputati di Italia viva e Azione si sono dunque sommati a quelli della maggioranza, facendo sì che gli emendamenti venissero respinti e si aprisse una nuova spaccatura all’interno dell’opposizione. In Aula è intervenuto per il Pd Gianni Cuperlo, secondo il quale la maggioranza “confonde l’idea del merito scolpito all’articolo 34 della Costituzione con l’ambigua categoria della meritocrazia”. A Cuperlo risponde il renziano Luigi Marattin, che si rivolge proprio al deputato dem. “Il punto fondamentale – ha detto – è comprendere che non esiste un’attenzione al merito senza un’ossessione verso l’uguaglianza delle condizioni di partenza, non di arrivo. Sentendovi parlare è troppo forte in me la tentazione di credere che voi, in realtà, vogliate l’uguaglianza delle condizioni di arrivo e non di partenza. Essa stessa, questa sarebbe il contrario del merito”
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