di Redazione cronache
Per la prima volta una procura ipotizza, per un gruppo di scafisti, le accuse che prevedono pene comprese tra i 20 e i 30 anni
Morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina: in questo consiste il nuovo reato contenuto nel decreto Cutro, varato proprio in quel luogo il 9 marzo scorso, dopo il tragico naufragio dei migranti avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023.
Dopo aver fermato quindici presunti scafisti, la procura della Repubblica di Locri ha contestato a undici di questi la nuova fattispecie di reato, introdotta appunto dall’articolo 12 del decreto Cutro, che prevede pene comprese tra i 20 e 30 anni di reclusione, se durante le traversate o gli sbarchi si verificata la morte di qualche migrante.
Sono in particolare quattro egiziani e tre siriani a cui viene imputata la morte di un giovane pakistano di soli 19 anni, rinvenuto gi privo di vita a bordo di una delle imbarcazioni partite dalla Libia e soccorse al largo delle coste calabresi tra il 23 e il 24 marzo scorsi, dalle quali sono sbarcati 515 profughi, che hanno trovato riparo nei porti di Roccella Ionica e Reggio Calabria. La stessa accusa stata mossa anche contro altri quattro egiziani, ritenuto gli scafisti responsabili dello sbarco del 26 marzo, sempre a Roccella Ionica, costato la vita ad un cittadino siriano.
Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha affermato che sono almeno 18mila le persone approdate nei porti calabresi lo scorso anno, senza tenere conto dei piccoli sbarchi che avvengono continuamente fuori dai radar. Sempre secondo Occhiuto, i numeri di quest’anno potrebbero essere esponenzialmente pi alti, al punto di richiedere un rafforzamento sostanziale delle strutture di accoglienza.
Per quanto riguarda le indagini sul naufragio di Steccato di Cutro, per cui si attende l’inizio dell’incidente probatorio (la prima udienza fissata per il 5 aprile prossimo), sono tre gli scafisti accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo: si tratta di due cittadini turchi, uno di 50 anni e uno di 28, e di un cittadino pakistano di 25 anni.
Risale a oggi il ritrovamento della novantatreesima vittima del disastro, un giovane di et compresa tra i 20 e i 25 anni. Risultano essere ancora 8 i dispersi, mentre gli ultimi 32 superstiti hanno lasciato l’Italia il 31 marzo, con un volo diretto ad Amburgo.
3 aprile 2023 (modifica il 3 aprile 2023 | 16:52)
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