Luca Traini, il 32enne di Tolentino (Macerata), condannato in via definiva a 12 anni di carcere per strage, con l’aggravante dell’odio razziale per il raid di Macerata, tenta la strada della poesia. Protagonista di uno dei casi di cronaca più eclatanti di questi anni, la sparatoria per le strade di Macerata in cui ferì sei migranti il 3 febbraio 2018, Traini è arrivato terzo in un poetry slam, una disfida in versi tra poeti e detenuti, che si è tenuta il 14 novembre nel carcere di Barcaglione ad Ancona, dove sta scontando la sua pena. L’iniziativa rientra in un laboratorio di poesia dal titolo suggestivo: “L’ora d’aria” organizzato dall’associazione Nie Wiem, in collaborazione con il Garante dei Diritti delle Marche e con il Comune di Ancona.
I primi due classificati sono poeti professionisti toscani, esperti di poetry slam. A decretare il terzo posto di Traini è stato il voto di una giuria popolare, composta da altri detenuti. Ora potrebbe avere la possibilità di partecipare alle finali regionali del campionato nazionale della Lega italiana poetry slam (Lips). “L’ora d’aria” è condotta da Luigi Socci e Valerio Cuccaroni, direttori artistici del festival della poesia totale ‘La Punta della Lingua’. La formula prevede tre incontri preparatori e poi la sfida tra detenuti e poeti: 3 minuti a testa, poesie proprie, costumi vietati.
Gli istituti di pena “sono luoghi in cui l’umanità è nuda, sospesa tra l’inferno dantesco e la possibilità di riscatto”. Cuccaroni spera che un numero sempre maggiore di detenuti “studia e si laurea e chi si laurea in carcere non ha recidive”. Intanto un altro poetry slam concluderà, giovedì 15 dicembre, “L’ora d’aria” nel carcere di Montacuto con i poeti Paolo Agrati, Matteo Di Genova, Giovanni Monti, Antonio Prenna e i detenuti.