Svelano sconcertanti “sorprese” certi angoli nascosti del vecchio parco San Giacomo, polmone verde “ereditato” dall’ex ospedale psichiatrico provinciale (appunto di San Giacomo di Tomba, operante a fasi alterne dall’inizio del XVI secolo fino al termine degli Anni Sessanta del secolo scorso – in proposito, leggere l’articolo https://ilgiornaledeiveronesi.it/rubriche/verona-ricorda/laltra-verona-le-pericolanti-vestigia-dellex-ospedale-psichiatrico-provinciale-di-tomba-nelloblio/, nella rubrica “Verona ricorda…” de “Il Giornale dei Veronesi”) preesistente al Policlinico “Giovanni Battista Rossi” di Borgo Roma, inaugurato il 20 settembre 1970.
Di fronte alla cella salme (dove vengono onorati i defunti prima del loro trasporto su automezzi delle pompe funebri verso i funerali) un muro di recinzione, forse contemporaneo del passato nucleo di cura psichiatrica, divide dall’argine del canale Giuliari che scorre sotto. Sporgendosi, si possono scorgere immondizie di vario genere (bottiglie di vetro e di plastica, lattine, sacchetti pieni, avanzi ecc.) buttate nella stretta estensione di verde inselvatichito di cui nessuno pare abbia obblighi di cura e bonifica.
Simile situazione riguarda un altro tratto sempre alla base interna della datata muratura, inquinato ancora da rifiuti. Ma è il rudere senza tetto e pavimentazione sulla cima della collinetta sovrastante quest’ultimo lembo d’abbandono che cela allarmanti tracce, siringhe lasciate da tossicodipendenti che “si sono fatti” nello squallore d’un ambito comunque di competenza del complesso ospedaliero.
La domanda è quasi d’obbligo: “Ma nessuno s’è mai accorto di tali sacche di degrado ambientale ed umano nel parco del Policlinico, punto focale di efficienze sanitaria ed universitaria? Ergo, nessuno ha mai ficcato il naso, nemmeno per caso, in queste nicchie di vergogna per poi segnalarle?”.
Servizio, foto e video di
Claudio Beccalossi
