L’Altra Verona… Ancora senza casa la sezione di Verona dell’Associazione Nazionale Bersaglieri? – Il Giornale dei Veronesi

Non sembra trovare pace la sezione di Verona dell’Associazione Nazionale Bersaglieri costretta a far fagotto in fretta e furia, nell’estate del 2020, dalla sede di via Cantarane 1b (inaugurata in pompa magna il 14 dicembre 2014) trovando ospitalità provvisoria presso un’associazione amica  ubicata nel contesto dell’ex Forte Lugagnano (ex Werk Kronprinz Rudolf austriaco, edificato tra il 1860 ed il 1861), poco fuori San Massimo all’Adige.

   La drastica velocità imposta per lo sfratto aveva senso, dato che l’esterno dell’indirizzo in via Cantarane parla ancora dei bersaglieri e non risultano nessun altro utilizzo e nessuna eventuale ristrutturazione? Anzi, sono evidenti i segni d’un inspiegabile abbandono, d’un deprecabile lasciar tutto com’era ai momenti dell’allontanamento dei bersaglieri.

   Il materiale vario (documenti, oggetti, ricordi ecc.) è stato riposto nello spazio di fortuna rimediato in attesa di trovare una diversa soluzione alla disponibilità concessa in locali dello stesso ex Forte Lugagnano, comunque da sistemare con costi non sopportabili dalla sezione scaligera della specialità dell’arma di fanteria dell’Esercito italiano.

   Intitolato alla memoria della Medaglia d’Oro Bersagliere Sottotenente Alberto Riva Villasanta (od Alberto Riva di Villa Santa, Cagliari, 20 agosto 1900 – Località Trivio di Paradiso, Pocenia, Udine, 4 novembre 1918), ultimo militare italiano caduto durante la Prima Guerra Mondiale, l’organismo, prima d’insediarsi in via Cantarane, era già stato costretto ad un precedente trasferimento di collocazione.

   Dalla stessa caserma “Alberto Riva di Villasanta” (oggi adibita ad altri scopi ma che accolse a fine 1904, ancora quando era denominata caserma erariale “Catena”, Benito Mussolini assegnato per la leva al Reggimento bersaglieri di Verona, di stanza dapprima a Castelvecchio), con ingresso da via Torretta, a San Zeno (in proposito leggere l’articolo “La decadenza della caserma di Benito Mussolini bersagliere”, https://ilgiornaledeiveronesi.it/rubriche/verona-ricorda/la-decadenza-dellla-caserma-di-benito-mussolini-bersagliere/, nella rubrica “Verona ricorda…” de “Il Giornale dei Veronesi”). 

Il sito https://sites.google.com/site/bersaglierivr/ (non più aggiornato da circa due anni) ha informato riguardo allo spostamento all’ex Forte Lugagnano:

“In merito all’abbandono della nostra sede, si riporta la comunicazione del 1° dicembre 2020 inviata a soci e simpatizzanti. Durante l’estate, abbiamo dovuto lasciare i locali occupati dalla nostra Sede in Via Cantarane, a Verona. I nostri cimeli e quant’altro abbiamo ritenuto preservare, sono stati depositati presso il Forte Rudolf di Lugagnano, grazie all’ospitalità offertaci dall’Associazione Culturale Rievocazioni Storiche Dinamiche. Tale associazione, cui va il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza, ha altresì curato anche il nostro non facile trasloco, che doveva essere effettuato entro lo strettissimo tempo concessoci dall’Amministrazione demaniale. Nel frattempo abbiamo continuato e continuiamo a sollecitare le autorità cittadine per cercare una sistemazione alternativa dato che il locale messoci a disposizione presso il Forte Rudolf abbisognerebbe d’un radicale e costoso restauro che non siamo in grado di sostenere. Non appena avremo notizie positive saranno comunicate a tutti i soci ed ai simpatizzanti”. 

Nessuna buona nuova per la sezione dei bersaglieri pare, quindi, si sia profilata all’orizzonte da quell’ultima comunicazione. Un avvilente destino nonostante la lunga storia in ambito locale, iniziata ancora nel 1886, quando un gruppo di commilitoni in congedo si costituì in Società dei Bersaglieri. Nel 1922, poi, si formò la sezione di Verona della Federazione dei Bersaglieri in Congedo che, nel 1928, divenne Associazione Nazionale Bersaglieri.

Il 4 novembre 2012 è stata conferita alla bandiera di guerra dell’8° Reggimento bersaglieri la cittadinanza onoraria della Città di Verona.

Servizio e foto di

Claudio Beccalossi

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