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La logomania sancisce l’era dei Paninari: il made in Italy sotto i riflettori

di Gian Luca Bauzano

Gli abiti e gli accessori devono essere griffati, il marchio si deve vedere. Come in gita scolastica lo scatto cult degli stilisti davanti al Duomo di Milano

Talmente famosa da toccare le guglie del Duomo di Milano. La metafora di uno storico scatto fotografico realizzato nel 1985: la moda italiana ha raggiunto i vertici, il prt–porter made in Italy fenomeno di stile e sociale internazionale, del quale Milano capitale assoluta. Nella foto di gruppo sono riuniti, effetto gita scolastica, tutti gli stilisti italiani che negli Eighties simboleggiano questa profonda trasformazione, sorridenti e abbracciati appaiono Laura Biagiotti, Mario Valentino, Gianni Versace, Krizia, Paola Fendi, Valentino Garavani, Gianfranco Ferr, Mila Shon, Giorgio Armani, Ottavio Missoni, Franco Moschino e Luciano Soprani. Alle loro spalle le guglie del Duomo, simbolo della citt.

La Milano da bere come recitava lo slogan di una campagna pubblicitaria dell’epoca, oggi claim entrato nel linguaggio comune. Da quelle vette gli stilisti rappresentano il vertice di un cambiamento sociale che per Milano e di riflesso per l’Italia, segna un momento di benessere. Identificato da fenomeni di stile. Esplode la logomania, gli abiti e gli accessori devono essere griffati, il marchio si deve vedere. Come esplode proprio a Milano anche il fenomeno dei Paninari: giovani ricchi o benestanti che indossano per identificarsi un preciso look-divisa costosissimo: sino a un milione di lire di allora. E nasceva da un’operazione di styling si direbbe oggi che faceva dialogare il piumino colorato Moncler o il bomber con i jeans di Emporio Armani o i Levi’s; con lo scarponcino Timberland erano i capisaldi. Poi libert negli accessori: dalle prime scarpe da barca ai bauletti colorati Naj Oleari o gli zainetti a strisce Invicta. Indirizzo di riferimento piazza San Babila, non lontano dal Duomo, dove mangiare un hamburger o, appunto, un panino.

Ci si distruggeva in palestra con l’aerobica, per apparire come Jane Fonda e indossare tutine dai colori fluo, amatissimi nel periodo, ma l’alimentazione in realt si dava poche restrizioni. Al cinema firmati dai Vanzina escono le pellicole Sotto il vestito niente prima, e poi nel 1987 Via Montenapoleone: celebra splendori, miserie e tic-manie (molti mai tramontati), dell’indirizzo oggi cuore del quadrilatero fashion. Una via dove, come su una passerella sfilavano signore opulente e imprenditori, entrambi emuli spesso dello stile televisivo del telefilm Dynasty e della sua regina: Joan Collins. Ma era anche il momento del ben pi concreto empowerment femminile. Sul grande schermo lo racconta e celebra l’attrice Melanie Griffith, protagonista nel 1988 del film pluripremiato Una donna in carriera. In Italia l’eccezionale manager Marisa Belisario il simbolo del cambiamento. Come lo il tailleur creato da Giorgio Armani pensando a lei, il power suit maschile reso perfetto per le donne. E sotto i riflettori di allora c’ davvero una sola cosa di moda: la moda stessa.

30 marzo 2023 (modifica il 30 marzo 2023 | 16:15)

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