13.12.2022 – 13.09 – Disporre di sufficienti dati per una ricerca è un assunto fondamentale, ma la qualità stessa dei dati è anche un elemento indispensabile per giungere alle corrette conclusioni.
L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste ha concluso un nuovo studio, coordinato con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e altri istituti di ricerca sloveni, croati, greci e francesi, su come avere una metodologia valida e accurata per quanto concerne i dati connessi agli inquinanti presenti nei sedimenti marini. La ricerca è di particolare interesse per Trieste, considerando come sia stata svolta proprio nel mar Adriatico. Essenzialmente i sedimenti marini presentano al largo delle nostre coste due tipologie di inquinanti: metalli in tracce, dovuti alle attività urbane e industriali; idrocarburi, causati dalla navigazione, specie nello sversamento conseguenza degli incidenti. Però entrambe le sostanze sono presenti anche naturalmente, sebbene in minime quantità; lo studio ha permesso allora di comprendere quale sia il livello ‘normale’ di questi inquinanti e quale quello causato da un’attività umana. Lo studio è stato pubblicato sul prestigioso Marine Pollution Bulletin.
“Tra i set di dati utilizzati – racconta Marina Lipizer, ricercatrice della Sezione di Oceanografia dell’OGS e coautrice del lavoro – ci sono quelli raccolti nell’ambito del progetto HarmoNIA (Harmonization and networking for contaminant assessment in the Ionian and Adriatic Seas) finanziato dal programma INTERREG VB-ADRION (2018–2020) e coordinato dall’OGS in collaborazione con ISPRA. Istituti di ricerca e agenzie ambientali dei paesi che si affacciano sui mari Adriatico e Ionio hanno contribuito alla raccolta, armonizzazione e creazione di set di dati accessibili per i contaminanti marini attraverso un’infrastruttura già consolidata quale la Rete Europea di Dati ed Osservazioni Marine (European Marine Observation and Data Network – EMODnet), e hanno, inoltre, partecipato alla condivisione di conoscenze e buone pratiche. Il progetto è un ottimo esempio di sinergia tra diversi programmi europei e di collaborazione tra paesi per migliorare la valutazione coerente e armonizzata dell’inquinamento marino”.
[z.s.]