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Il dottorato rappresenta il più alto livello accademico, il cui conseguimento è indispensabile per chi vuole insegnare all’Università o fare ricerca. Grazie alle borse di studio e a nuovi supporti ora, almeno dal punto di vista economico, è più facile partire e anche tornare. E arricchire il proprio dottorando con un’esperienza all’estero offre sicuramente maggiori possibilità di aprire la mente e avviare nuovi contatti.

“Questo è il primo passo – spiega Giorgio Alberti, delegato dell’università di Udine per l’internazionalizzazione – ed è indispensabile per sapere a chi e come fare domanda, per finanziare progetti di ricerca anche futuri”.

“Il Ministero dell’università e della ricerca – continua il professore – ha previsto nel 2022 un incremento delle borse di dottorato. Inoltre, l’Università di Udine garantisce l’incremento del 50 per cento della borsa di studio per i periodi all’estero. E’ possibile anche avere altri supporti grazie ai fondi interni dell’ateneo, o accedendo a borse Erasmus per i bandi internazionali. Grazie alla spinta del Governo italiano e dell’Unione europea, l’Ateneo di Udine ha emanato anche un bando per borse di dottorato aggiuntive, finanziate o cofinanziate con risorse del Pnrr. Grazie a questi supporti lo stipendio di un dottorando è aumentato ed è diventato appetibile anche per chi decide di fare ricerca all’estero, raggiungendo i 2.400 euro al mese”.

“Chi in Italia è capace, brillante e volenteroso si farà strada sicuramente anche all’estero in tutti i livelli d’istruzione e sono gli stessi supervisori a spingere i migliori a partire. Rispetto ad alcuni anni fa anche le dottorande sono più propense ad andare all’estero”.

Tornare in Italia, continuando a fare ricerca, non è più un miraggio. “A Udine – conclude Alberti – si sono aperte molte porte per chi ha concluso un dottorato”.

LE STORIE. Tre dottorandi dell’Università di Udine raccontano la loro esperienza all’estero e i progetti per il futuro. L’udinese Gabriele Toffoletti ha 26 anni ed è al terzo anno del dottorato in Scienze dell’ingegneria energetica e ambientale. Fino allo scorso ottobre era all’università Jaume I di Castellon de la Plana, in Spagna.

“Conoscere nuove università – spiega Toffoletti -, lavorare in un gruppo che non è il proprio, è fondamentale per chi fa ricerca. Questo mondo vive di collaborazioni ed è il primo modo, per cominciare a farsi conoscere all’estero. A breve ripartirò, per una collaborazione con la Purdue University, negli Stati Uniti. In futuro non mi dispiacerebbe continuare nell’ambito della ricerca in Friuli”.

La 27enne Giulia Pedrini è originaria di Sondrio ed è dottoranda in studi linguistici e letterari (linguistica e traduzione tedesca) a Udine. Al momento sta facendo ricerca alla Stiftung Universität Hildesheim, in Germania. “Nel mio campo – spiega Pedrini – i soggiorni all’estero sono imprescindibili. Non so ancora se a fine dottorato mi fermerò in Italia o tornerò in Germania, ma sicuramente quest’esperienza sarà molto importante per la mia carriera e aumenterà le possibilità di cooperazione con università estere”.

Martina Moretton ha 27 anni ed è originaria di Conegliano. E’ dottoranda in Alimenti e salute umana. “Nel 2021 ho deciso di partecipare al bando mobilità per svolgere un periodo di ricerca a Wageningen University & Research, in Olanda. Il periodo all’estero ha rappresentato un’occasione di formazione e crescita importante sotto il profilo scientifico e personale. Mi ha permesso di implementare le attività del progetto di ricerca con analisi e strumentazioni non disponibili a Udine, di sperimentare metodi innovativi e approcci di ricerca diversi, nonché di approfondire tematiche attuali nel mondo della ricerca. Inoltre è stata un’occasione per migliorare la mia conoscenza della lingua inglese. Dopo questa esperienza vorrei continuare a lavorare nell’ambito della ricerca e collaborare ancora con questa università”.

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