Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano. Sono questi nomi delle tre donne uccise oggi nel gazebo nei pressi di un bar a Fidene, Roma, durante un’assemblea del Consorzio Valleverde, un’area turistica residenziale che si estende per circa 25 ettari tra i comuni di Ascrea e Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti, sul costone di una collina che domina
il lago del Turano. Sperandio aveva 71 anni, Silenzi ne aveva 55, Golisano 50.
A fare fuoco è stato invece Claudio Campiti, accusato ora dei tre omicidi e del ferimento di altre tre persone: Silvio Paganini, 67 anni, l’impiegato che è riuscito a immobilizzare Campiti e che nella colluttazione è stato colpito al volto e trasportato al Policlinico Gemelli, una donna di 80 anni ferita al cranio e ricoverata al Policlinico Umberto I e un a donna di 50 anni ferita in modo molto grave al cranio, operata e ricoverata al policlinico Sant’Andrea.
Una tragedia avvenuta a Roma ma che ha come drammatici protagonisti residenti e rappresentanti del Consorzio Valleverde. Due delle tre vittime sarebbero la segretaria del Consorzio e la responsabile della contabilità. Mentre tra le donne ferite ci sarebbe la presidente del Consorzio. Tutte sedute al tavolo del Consiglio dei consorziati, quello contro cui ha fatto fuoco Campiti per colpire i vertici del Valleverde.
E proprio dai comuni del Consorzio arriva il cordoglio alle vittime e ai loro famigliari. “Profondamente colpiti per il grave episodio di violenza, il Comune di Ascrea si stringe al dolore delle famiglie delle vittime e dei feriti – ha scritt il sindaco Riccardo Nini – Questa tragedia ha sconvolto profondamente la nostra comunità, l’amministrazione comunale si mette a disposizione degli inquirenti”. “Una insensata e inimmaginabile strage, avvenuta lontano da noi, ma che ci colpisce profondamente per la gravità e la sproporzione – ha aggiunto il sindaco di Rocca Sinibalda, Stefano Micheli – Il nostro pensiero per le vittime e i familiari, per i feriti e per i nostri concittadini dolorosamente testimoni di questa assurda tragedia”.