Fedez: c’è voglia di risate
Corriere della Sera, di Renato Franco, pag. 49
Siamo diventati una società che annulla il tono dei grigi, o bianco o nero. Lei è molto divisivo: molto amato o molto odiato…
«Fa parte del mestiere che faccio, sono esposto pubblicamente e questo prevede anche il fatto di essere un soggetto polarizzante. Lo accetto per quello che è».
Disincantato al limite del distaccato, stringato al limite dell’annoiato, Fedez risponde con circospezione, quasi fosse circondato da una muta di nemici che gli dà la caccia. Con le sue attività che spaziano dalla musica alla tv ai social lei è anche un brand: la vena commerciale non rischia di soffocare, o comunque mettere in secondo piano, quella artistica?
«E un problema che non mi pongo, altrimenti non farei quello che faccio». La rincorsa al like e alle visualizzazioni può diventare un’ossessione? «Sì, e credo che la prima a soffrire di questa sindrome sia proprio la stampa online, la rincorsa ai like facili e alle views è prima di tutto il problema principale dell’informazione digitale».
Il singolo ne è immune?
«Figuriamoci. Se vale per soggetti “para-istituzionali” che si dovrebbero attenere a principi di deontologia professionale, vale ancor di più per i singoli individui».
Dal 19 dicembre torna a fare l’arbitro di «Lol Xmas Special», una sola puntata su Prime Video in cui si sfidano a non ridere Maionchi, Matano, Maria Di Blase, Pintus, Forest, Lillo, Michela Giraud. Qual è la ragione di un successo clamoroso per una piattaforma?
«Credo che il segreto sia in un vuoto di format di stampo comico e anche nel cambio generazionale nello stile della comicità. In Lol ci sono invece sia i rappresentanti dalla prima repubblica della comicità sia i nuovi stand-up comedians. Questo favorevole allineamento di pianeti ha creato un fenomeno di grande successo».
Giovedì c’è la finale di «X Factor» (dove presenterà il suo nuovo singolo «Crisi di Stato»): chi merita di vincere?
«Non lo so. Io ovviamente tifo per Linda che è la ragazza della mia squadra, poi vinca il migliore».
In passato le canzoni di protesta erano anche il motore del cambiamento. La musica oggi riesce ancora a veicolare messaggi di impegno?
«Sì, ci riesce. Penso recentemente ai Pinguini Tattici Nucleari che nel loro singolo parlano di malattia in maniera poetica («Ricordi» fa riferimento all’Alzheimer, ndr). Il panorama musicale italiano ha tutte le sfaccettature, dalla parte più seria e politica a quella più edonista».
(Continua sul Corriere della Sera)
(Nella foto Fedez con il cast della terza stagione di LOL)