C’è un’ombra costantemente proiettata sugli affari più delicati del nostro Paese. Quando si parla di Difesa, quando si discute di sicurezza e delle nuove tecnologie applicate. Quando si dibatte di ricerca, energia, grandi investimenti o più genericamente di futuro. Molto spesso, anzi, quasi sempre, spunta infatti una parola: Cina. E questo perché – come ben spiegato anche nell’ultima relazione al Parlamento del Dis, il vertice della nostra Intelligence – aziende cinesi da anni provano costantemente ad acquistare segmenti del tessuto finanziario e produttivo europeo e dunque anche italiano, immettendo sul mercato centinaia di milioni di euro.