Alle figlie per punizione dava da mangiare carne avariata e si sentivano male. Vomito, mal di pancia. In altri casi non gli dava proprio il cibo, oppure le buttava dentro la doccia vestite. Alla moglie giapponese, per umiliarla, ordinava di pulire in terra dopo che lui aveva sputato sul pavimento. Poi l’apostrofava così, per via degli occhi a mandorla, “sei una mongoloide ritornatene a Tokyo parassita”.
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