Malattia è aumentata sia come diffusione che come incidenza
(ANSA) – TRENTO, 15 DIC – Le prospettive della vendemmia e la gestione della flavescenza dorata nel Triveneto sono i temi centrali della 15/a giornata tecnica della vite e del vino organizzata dalla Fondazione Mach. Luciano Groff e Mario Malacarne del Centro Trasferimento tecnologico di Fem hanno presentato il quadro dell’annata viticola ed enologica del 2022 in Trentino che, nonostante un andamento climatico estremo, è risultata più che soddisfacente per la quantità prodotta (+13% rispetto al 2021, +8% rispetto alla media dell’ultimo decennio) e ottima per la qualità.
Il quadro della situazione attuale della flavescenza dorata nel Triveneto – sottolinea una nota della Fem – è stato descritto, con i dati dei monitoraggi del 2022 e l’andamento storico, dai responsabili dei servizi fitosanitari, Lorenza Tessari per la Provincia autonoma di Trento, e Stefano Endrizzi (Bolzano), Sergio Carraro (Veneto) e Pierbruno Mutton (Friuli).
Dalle relazioni è emerso, in generale, che in questi ultimi anni la malattia è aumentata sia come diffusione che come incidenza, con casi gravi, evidenziati soprattutto laddove le corrette misure di prevenzione (estirpazione delle piante sintomatiche ed i trattamenti insetticidi) non sempre sono state praticate con tempestività ed accuratezza. In tutti i territori le misure adottate si basano da una parte sull’estirpo tempestivo delle viti sintomatiche alla prima comparsa dei sintomi e dall’altro su un’ancora più attenta gestione della lotta al vettore.
Per quest’ultimo aspetto la relazione di Alberto Gelmetti e Daniel Bondesan si è concentrata sull’importanza di una corretta distribuzione degli insetticidi portando dei risultati sperimentali condotti in Fem sulla bagnatura e sulla modalità di trattamento con atomizzatore su pergola. Dal Veneto sono stati, inoltre, presentati i risultati delle prove di confronto tra diversi insetticidi per il controllo dell’insetto vettore della flavescenza dorata, condotte da Nicola Mori e collaboratori, mentre dal Friuli Venezia Giulia, con l’intervento di Francesco Pavan, è stata sottolineata l’importanza di considerare la malattia come un problema territoriale nell’impostare le strategie di lotta contro S. titanus. (ANSA).
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