Il mondo cattolico e non solo rende omaggio alla figura di Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger (Marktl, Baviera, Germania, 16 aprile 1927), scomparso al mattino del 31 dicembre 2022. Ad annunciare il luttuoso evento, purtroppo imminente dato il suo lento spegnersi, era stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “Con dolore informo che il papa emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”.
Dal 2 al 4 gennaio la salma viene esposta all’omaggio dei fedeli nella basilica di San Pietro, prima delle solenni esequie del 5 gennaio.
Benedictus PP. XVI è stato il 265° papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma (settimo pontefice tedesco nella storia), successore di Giovanni Paolo II di cui fu tra i più stretti collaboratori (resse la Congregazione per la dottrina della fede dal 1981 al 2005 e fu decano del Collegio cardinalizio dal 2002), eletto il 19 aprile 2005 ed insediatosi il 24 aprile fino al 28 febbraio 2013, dopo che, nel Concistoro ordinario dell’11 febbraio precedente, aveva dichiarato in latino la sua rinuncia al ministero petrino.
Il 13 marzo successivo venne eletto il nuovo pontefice, papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, Buenos Aires, Argentina, 17 dicembre 1936). Con le dimissioni, l’attribuzione di Benedetto XVI divenne quella di papa emerito o sommo pontefice, conservando il titolo di Sua Santità.
Per Verona è stata memorabile la visita di papa Ratzinger il 19 ottobre 2006, in occasione del 4° Convegno Ecclesiale Nazionale tenutosi nella città scaligera dal 16 al 20 ottobre ed ispirato al filo conduttore “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”.
In un pezzo scritto per “Filofevoss”, preferii soffermarmi su alcune parti del discorso pronunciato da Sua Santità all’interno di Veronafiere, sede dell’incontro. L’intervento era articolato in otto punti: 1. Il Signore risorto e la sua Chiesa. 2. Il servizio della Chiesa in Italia alla Nazione, all’Europa e al mondo. 3. Rendere visibile il grande “sì” della fede. 4. La persona umana. Ragione, intelligenza, amore. 5. L’educazione. 6. Testimonianze di carità. 7. Responsabilità civili e politiche dei cattolici. 8. Essere uniti a Cristo.
Sottolineai, in particolare, un segmento della settima parte che ammoniva sul “rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi (…) dell’essere umano (…) dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio”). Convinzioni che servirono puntualmente “ai polemisti di professione ed agli scherani dell’anarchia morale per imbastire repliche velenose ed accuse d’intromissione (sic) nella politica e nella società italiane. Dimenticando od annullando giocoforza la puntualizzazione di Benedetto XVI La Chiesa non è e non intende essere un agente politico e negando la possibilità ai cattolici-cittadini italiani di far sentire la propria voce”.
E riferii pure una mia constatazione in merito al non elevato numero di fedeli accorsi in città per la venuta di papa Ratzinger. “…nonostante la portata dell’evento e la grancassa-spauracchio messa abilmente in moto (forse a ragione) per consentire la sicurezza e favorire la massiccia affluenza prevista forse troppo ottimisticamente, c’era ben poca gente in giro. Dall’uscita del casello di Verona Sud a viale del Lavoro la circolazione appariva rarefatta, quasi sotto una pesante cappa d’incertezza, di stasi più che di attesa. Anche tra le altre vie di Verona la folla non straboccava durante i passaggi del Santo Padre. E pure gli spalti del Bentegodi presentavano qualche settore sguarnito. Il tutto esaurito per papa Ratzinger, quindi, non c’è stato e qualcuno, forse, s’è già interrogato su questa circostanza. Obblighi eccessivi di sicurezza (ergo, circolazione e spostamenti tabù) o “freddezza” del pontefice tedesco per fedeli-spettatori che ancora rimpiangono il trascinante Karol Wojtyła?”.
La serie esclusiva di foto riguardanti il Santo Padre a Veronafiere ed allo stadio “Bentegodi”.
Servizio e foto esclusive di
Claudio Beccalossi