di Paolo Virtuani
Trovati 31 tra pezzi e frammenti. In corso il processo a sei persone: forse qualcuno ha parlato per ottenere uno sconto sulla pena
All’epoca, era il 25 novembre 2019, si era parlato di «furto del secolo», decine di gioielli tempestati di diamanti dei principi di Sassonia trafugati dalle Grüne Gewölbe (Volte verdi) del castello di Dresda, in Germania, che conteneva la più grande collezione di gioielli in Europa. Valore: 113 milioni di euro. L’anno successivo parte della refurtiva era apparsa in vendita sul dark web, offerti a una tv tedesca. Episodio mai chiarito, reso noto da una società privata israeliana incaricata di indagare sul furto. Prezzo: 9 milioni di euro, da pagare (naturalmente) in bitcoin. Ma per soli due pezzi: la stella dell’Ordine polacco dell’Aquila bianca e un diamante da 49 carati.
Il processo
Ora la soluzione, parziale, del caso. Gli inquirenti tedeschi e la polizia tedesca venerdì sera hanno reso noto di aver ritrovato gran parte del bottino, compresa la stella dell’Ordine dell’Aquila bianca. In tutto sono stati recuperati 31 pezzi, completi o frammenti. Il ritrovamento coincide con il processo, iniziato a gennaio, alle sei persone indagate, sospettate di esser riusciti a penetrare nel museo e di aver rubato gioielli che contenevano in tutto 4.300 diamanti. Finora gli imputati non hanno mai confessato. Secondo alcune notizie trapelate, il ritrovamento potrebbe essere fatto risalire a «colloqui esplorativi» tra difesa e accusa per un possibile accordo collegato alla restituzione del bottino.
Le analisi
Le autorità hanno rimandato alla prossima udienza di martedì per conoscere i dettagli e le prossimi mosse. Gli oggetti ritrovati sono stati trasferiti da Berlino a Dresda dove saranno esaminati da specialisti per verificarne l’autenticità e la completezza.
17 dicembre 2022 (modifica il 17 dicembre 2022 | 18:07)
© RIPRODUZIONE RISERVATA