di Giuseppe Guastella
Il blitz della polizia giudiziaria nell’abitazione ha fatto scattare il fermo. Si parla di presunte mazzette per influenzare le decisioni sul Qatar. Le accuse (anche) all’ex eurodeputato del pd Antonio Panzeri
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES — È una Bruxelles attonita che, stordita dallo schiaffo dell’arresto per reati pesantissimi di uno dei 16 vice presidenti del Parlamento europeo, Eva Kaili si chiede cosa succede all’ombra del palazzo dell’Unione. A casa della parlamentare socialista greca, la 44 enne ex presentatrice televisiva, gli agenti della polizia giudiziaria avrebbero trovato «borse di banconote», scrive il giornale belga L’Echo: è l’elemento decisivo che ha fatto scattare il fermo della Kaili. Un europarlamentare, infatti, non gode di immunità se viene sorpreso in flagranza di reato, se viene, come letteralmente è accaduto con la Kaili, preso con le mani nel sacco.
Anche il padre
Per evitare che il reato si protragga, la polizia deve fermare il sospettato, salvo poi l’avvio delle procedure di autorizzazione a procedere da parte della magistratura. Con la Kaili, nell’ambito dell’inchiesta di Bruxelles, sarebbe stato fermato anche il padre, anche lui sorpreso in flagranza di reato mentre maneggiava le banconote. L’arresto della parlamentare è stato ordinato dal giudice istruttore (Magistrato di prima istanza) di Bruxelles Michel Claise. I reati contestati sarebbero gli stessi di cui è accusato l’ex parlamentare europeo del Pd Panzeri, anche lui arrestato con la moglie e la figlia, ma in questo caso su richiesta di arresto europeo al termine della prima fase delle indagini preliminari: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio connessi all’ intensa attività di lobbing compiuta a favore dello stato del Qatar e di quello del Marocco che, a leggere la scarna documentazione notificata, avrebbero evidentemente pagato tangenti per ottenere corsie preferenziali a loro favore nei rapporti con la Unione Europea. Panzeri, la moglie e la figlia rischiano un massimo di 5 anni di carcere, il primo per «essere intervenuto politicamente su membri del parlamento europeo a favore del Qatar e del Marocco dietro pagamento».
10 dicembre 2022 (modifica il 10 dicembre 2022 | 19:20)
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