Giorgia Meloni è giunta stamani nel Veneto al Vinitaly: è il riconoscimento più alto di quanto conti per l’economia nazionale la produzione del vino. Non sono solo i numeri ed aver attirato a Verona il Premier e mezzo governo nello scorso fine settimana, durante l’inaugurazione. Il vino è cultura.
In questo momento il vino è sotto l’attacco dell’Irlanda, grande produttrice di birra, che vuole etichette dove spiegare che il vino fa male. Qui la battaglia si sposta sul piano culturale.
Le parole della Premier Meloni: “per ricordare che cos’è la nostra cultura, perchè c’è una letteratura del vino, una filosofia del vino”.
Non solo cultura, ma economia in realtà. I primati dell’edizione di quest’anno lo confermano. Davanti a 4 mila espositori nazionali, il Presidente del Veneto Zaia afferma “si può affermare la più grande esposizione di vini e tecnologie enologiche a livello internazionale”. Dopo la Francia, è l’Italia il secondo esportatore al mondo e al terzo posto c’è la Spagna e poi al quarto posto c’è il Veneto, prima dell’Australia e del Cile.
Produzione nazionale
La regione esporta il 36% della produzione nazionale e il prosecco è di gran lunga il vino più esportato al mondo con 120 milioni di bottiglie l’anno. Cercare di erodere queste sette di mercato a favore di altre bevande alcoliche è una forte tentazione. È una battaglia identitaria da difendere, così come i prodotti gastronomici.
Carne sintetica
A proposito di carne sintetica, al Vinitaly non si è parlato di solo vino. Luca Zaia si è speso a sostegno del formaggio di Malga, sostenibile molto più di tanti altri cibi, ha detto. La definisce “Agricoltura eroica”, ossia sostenere la presenza sostenibile dell’uomo nella malga e rispondere alla carne sintetica.
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