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Mobilità elettrica, gli effetti sulla città e le abitudini dei veronesi.

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Mobilità

Assisteremo in pochi anni al proliferare di impianti di ricarica disseminati sul territorio ed anche nei quartieri, a cominciare dalle attuali stazioni di servizio e dai parcheggi cittadini

Stallo di AGSM per la ricarica batterie di auto elettriche.

Stallo di AGSM per la ricarica batterie di auto elettriche.

Il futuro della mobilità è elettrico, non ci sono più dubbi. Un grande ritorno, si potrebbe dire, dato che storicamente i primi autoveicoli nell’800 erano a propulsione elettrica. Limiti tecnologici e costi delle batterie non consentirono all’epoca un loro sviluppo di massa e già ai primi del ‘900 presero il sopravvento i motori a combustione interna, rumorosi ed inquinanti.

Ma ora è una nuova primavera per i BEV (Veicoli Elettrici a Batteria) le cui vendite, nonostante il costo più elevato, da alcuni anni sono salite a ritmo crescente. In Italia le vendite erano al 4,6% nel 2021, calate al 3,7% nel 2022 per un ridimensionamento dei bonus governativi e la situazione di crisi internazionale. Ma a dare lo slancio definitivo ci ha pensato l’Unione Europea che che ha fissato al 2035 lo stop della vendita di autoveicoli a benzina e diesel.

Vendite auto elettriche in Italia

Vendite auto elettriche in Italia

In pochi anni si compirà una vera e propria rivoluzione nel settore industriale dell’auto e della componentistica. Per ora i veicoli elettrici circolanti in Italia sono solo lo 0,3% del totale, tuttavia entro un decennio questa percentuale è destinata a salire in modo significativo.

Ma quali saranno gli effetti sulla nostra città e sulle abitudini dei veronesi? Partiamo da chi si occupa di riparazione e manutenzione delle auto: se i carrozzieri continueranno a fare il loro lavoro, non così per le officine auto, che dovranno dimenticarsi di pistoni, fasce elastiche e candele per riconvertirsi verso il motore elettrico e batterie.

Ed i distributori di carburante, se non erogheranno più benzina, gasolio e Gpl, che fine faranno? Si trasformeranno presumibilmente in fornitori di energia elettrica per la ricarica delle batterie. Una volta in disuso la classica pompa si riempiranno di stalli con connettori per la ricarica rapida. La ricarica delle batterie, il nuovo “pieno” dei veicoli elettrici, sarà infatti la nuova criticità che gli automobilisti dovranno affrontare.

Le auto elettriche di più modeste dimensioni, le cosiddette utilitarie, hanno batterie di taglia fra i 20 e 50 kWh, quelle di categoria superiore fra i 50 e i 100 kWh. Quanto tempo è necessario per la ricarica completa? Dipende dalla potenza disponibile messa in gioco per la ricarica. Considerando una BEV media con batteria da 50 kWh, la ricarica completa potrà completarsi in 50 ore con una potenza disponibile di 1 kW, in 10 ore con 5 kW, in 5 ore con 10 kW ed in 1 ora con 50 kW.

Nella maggior parte delle forniture domestiche la potenza impegnata è però di 3 kW, ma anche per chi ha un contratto di fornitura da 4,5 o 6 kW, tenuto conto che parte della potenza elettrica deve essere riservata agli elettrodomestici di casa, la ricarica delle batterie dell’auto può diventare problematica. Ricaricare la BEV in autonomia nel garage di casa potrebbe richiedere tempistiche eccessive, da sfruttare al più per ricariche parziali. Ancora più complicato per chi il garage non ce l’ha, oppure ne ha uno, ma possiede due auto.

E’ noto che la ricarica “lenta” è da preferire per la longevità delle batterie, mentre quella “rapida” ne limita oltre che la vita anche la capacità. Tuttavia quest’ultima sarà indispensabile soprattutto in caso di uso intenso dell’auto e di viaggi lunghi. Per tale motivo le stazioni di servizio delle autostrade dovranno dotarsi di impianti di ricarica rapidissimi per consentire di riprendere il viaggio, giusto il tempo di sgranchirsi le gambe ed una pausa caffè.

Le stazioni di servizio nell'era della mobilità elettrica.

Le stazioni di servizio nell’era della mobilità elettrica.

Assisteremo in pochi anni al proliferare di impianti di ricarica disseminati sul territorio ed anche nei quartieri, a cominciare dalle attuali stazioni di servizio e parcheggi cittadini. Ma anche i centri commerciali ed i supermercati grandi e piccoli si doteranno di migliaia di stalli di ricarica per i propri clienti. E probabilmente le stesse strisce blu di sosta a pagamento in città, potranno essere dotate di opzione di ricarica. Così che insieme alla sosta sia possibile saldare l’eventuale ricarica.

Altri effetti visibili in città? Senz’altro molto meno rumore di traffico data la silenziosità delle auto elettriche. E poi un’aria più pulita perché almeno lo smog prodotto dagli autoveicoli sarà gradualmente ridotto. Occorre però che l’energia elettrica per caricare le batterie delle BEV sia prodotta da fonti rinnovabili, perché se dovessimo continuare a bruciare petrolio per produrre l’elettricità che serve alle auto, avremmo solo spostato un problema di inquinamento senza risolverlo veramente.

Tuttavia la città più bella in assoluto sarebbe quella in cui le auto proprio non ci fossero. La rivoluzione della mobilità elettrica diventi un modo per rendere la città più vivibile, non di intasarla ancora di più di scatole di lamiera.

Claudio Toffalini

Claudio Toffalini è nato a Verona nel 1954, diplomato al Ferraris e laureato a Padova in Ingegneria elettrotecnica. Sposato, due figli, ha lavorato alcuni anni a Milano e quindi a Verona in una azienda pubblica di servizi. Canta in un coro, amante delle camminate per le contrade della Lessinia, segue e studia tematiche sociali e di politica economica. toffa2006@libero.it

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