Redazione 15 dicembre 2022 18:44
Quasi 2 miliardi e 900mila euro saranno destinati alla sanità del Fvg: lo ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi dopo l’approvazione della finanziaria regionale. Riccardi ha spiegato che “sono oltre 110 milioni di euro in più rispetto allo stanziamento della precedente finanziaria e legge di Stabilità collegata del 2022. La programmazione degli investimenti negli ultimi 5 anni ammonta a oltre 1 miliardo di euro contro i 212 milioni di euro della legislatura precedente: 5 volte di più. Risorse strategiche che ci porteranno, come tutti auspichiamo, a superare la fase della pandemia”.
Il vicegovernatore ha poi spiegato che 240 milioni saranno dedicato agli investimenti nella sanità territoriale (22milioni nella precedente legislatura), e 350 milioni per le misure di contrasto all’obsolescenza tecnologica (contro 126 milioni nella legilatura precedente). “Il Fondo sanitario regionale si attesta a oltre 2,5 miliardi di euro, con un aumento di circa 50 milioni rispetto allo scorso anno – ha aggiunto ancora Riccardi -. La spesa per il sociale aumenta di 3 milioni raggiungendo circa 200 milioni di euro; circa 65 milioni di euro solo per l’esercizio 2023 sugli investimenti. Dati che portano complessivamente, nella programmazione di fine legislatura, a investimenti per oltre un miliardo di euro negli ultimi 5 anni”.
Secondo l’assessore alla Salute “non è in atto in alcun modo un processo di privatizzazione, puntiamo alla ricerca di un equilibrio che ci consenta di dare risposte in termini di efficienza, di aggressione delle liste di attesa e delle fughe dei professionisti dal settore pubblico. Queste problematiche sono fortemente condizionate da un dato storico che vede la spesa pro capite dell’assistenza privata accreditata a 221 euro in questa Regione, contro la media nazionale di 400 euro, in Veneto di 334 euro, nelle Provincia Autonoma di Trento a 288 euro, in Emilia Romagna 347 euro e 550 euro in Lombardia”. “Ci accusano di privatizzare i servizi a partire dai Pronto soccorso – continua -: ricordo che la prima a essere stata costretta a farlo in Italia è stata proprio l’Emilia Romagna. Difficile sostenere, come fa qualcuno, che questo è un modo di tenere aperti i servizi invece che una linea politica di destra”.
“Cimo-Fesmed stima che il 37% dei medici è pronto a lasciare il sistema sanitario nazionale per andare a lavorare nel privato e nelle cooperative. Ridurlo a un problema del Friuli Venezia Giulia non aiuta a trovare soluzioni. Questo ha anche a che fare con elementi di natura retributiva su cui le Regioni non hanno competenza. Noi auspichiamo che il Governo modifichi la norma sulla quota del fondo accessorio che ci consentirebbe di fare una manovra incisiva sulle politiche retributive” ha aggiunto Riccardi. A proposito delle misure legate al personale, il vicepresidente ha dichiarato che “l’infermieristica è passata da 270 borse di studio del 2018 a 400 del 2022, fisioterapia da 50 a 100, assistenza sanitaria da zero a 40; le scienze infermieristiche ostetriche da zero a 30; l’educatore professionale da 40 a 80, medicina generale da 20 a 40, solo per fare qualche esempio”.