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Opinioni
L’Amministrazione sta conducendo una serie di azioni positive, legate in gran parte alla persona del Sindaco, che però rischiano di essere poco incisive per cambiare il vero potere che da anni si è insediato a Verona
Damiano Tommasi
Damiano Tommasi ha vinto le elezioni comunali dello scorso anno a Verona, sulla base della sua popolarità, del suo profilo politico chiaramente civico, del suo impegno personale durante tutta la campagna elettorale.
A distanza di alcuni mesi, dovendo affrontare il problema del rinnovo delle società partecipate dal Comune, nella questione specifica della scelta del Sovrintendente della Fondazione Arena si è trovato di fronte ad una maggioranza avversa che, pur essendo formata da rappresentanti di istituzioni politiche (Governo e Regione) ed economiche (Camera di Commercio, Cattolica-Generali), ha scelto irresponsabilmente di confermare nell’incarico Cecilia Gasdia in spregio alla volontà del Sindaco, pur essendo egli Presidente della Fondazione.
Inoltre, per rendere più evidente e sfacciata la rottura, sempre all’insaputa di Tommasi, si è proceduto a nominare i nuovi vertici della società che gestisce gli spettacoli extra lirica, in forte ascesa negli ultimi anni, dai quali emerge che la stessa Gasdia assume la presidenza.
Una rottura clamorosa della correttezza istituzionale, uno schiaffo al Sindaco presidente e quindi alla città. Un comportamento dettato da discutibili profili giuridici, penali e civili, tanto che gli avvocati del Sindaco stanno approfondendo la questione.
Ma prima di una probabile violazione giuridica, questo comportamento acquista un valore di evidente e grave rottura politica, diversa e prioritaria rispetto ai codici e, come tale, dovrebbe ricevere una dura risposta sul piano politico istituzionale.
Il Sindaco è responsabile della stessa Fondazione Arena, a netta maggioranza comunale (63%) e pro tempore, ed è anche il legittimo rappresentante dell’Anfiteatro, di proprietà comunale. Come primo cittadino ha dalla sua parte la maggioranza del Consiglio comunale, che di fronte a un fatto del genere dovrebbe prendere una netta posizione di condanna e dare mandato al sindaco, partendo dal suo potere incondizionato sull’Anfiteatro, di ricontrattare tutti gli aspetti del programma lirico e di intestare al Comune lo svolgimento degli spettacoli entra lirica.
Il fatto che ciò non sia finora avvenuto rappresenta, a mio avviso, un grave ritardo, né può servire una riunione del Consiglio, irritualmente richiesta dai sindacati, senza un preciso ordine del giorno, tantopiù con la presenza degli artefici della suddetta rottura. Questa incertezza oggettivamente rafforza l’opposizione esplicita che ha assunto il terreno delle società partecipate come quello nel quale Tommasi sarebbe più in difficoltà.
Del resto, non in altro modo si spiegherebbe quanto sta avvenendo in seno alla Agsm-Aim con la vicenda sul prezzo eccessivo e bloccato dell’acquisto da parte della utility scaligero-berica di una quota del 35% della società milanese Compago.
In questa vicenda l’ex presidente di Agsm-Aim Stefano Casali ha denunciato il consigliere Stefano Quaglino, che avrebbe gestito l’operazione, tramite “false comunicazioni sociali e impedito il controllo societario” che per un presidente suona come una implicita corresponsabilità.
Nello stesso tempo, sulla medesima questione, ha aperto un’inchiesta la Procura di Vicenza, mentre un’altra denuncia è partita dal Collegio dei sindaci della società per “fondato sospetto di gravi irregolarità nell’adempimento dei doveri degli amministratori” con la quale si è chiesto, incomprensibilmente, anche il commissariamento di Agsm-Aim con relativa estromissione dell’attuale presidente Federico Testa.
Lo scontro è dunque aperto, con strumenti e mezzi tutt’altro che moderati e talvolta non corretti. In politica una battaglia non combattuta coincide spesso con una battaglia persa, tanto più che siamo alla vigilia di altri confronti relativi sempre ai gruppi dirigenti delle partecipate.
Dalla Fiera, dove la precedente Amministrazione ha provveduto ad eliminare il direttore Giovanni Mantovani, il più esperto del settore; all’Aeroporto Catullo, retrocesso negli ultimi anni a scalo marginale che richiede una radicale svolta gestionale.
Per questo una risposta ferma e risoluta sulla Fondazione Arena costituisce il presupposto per impostare in futuro un rapporto fondato sulla chiarezza delle posizioni, dalla quale possono nascere dialogo e collaborazione.
Tuttavia, la sensazione che in questi giorni sta prendendo corpo, è che il sindaco Tommasi annetta minore importanza a questo problema, e nella sua attività quotidiana, privilegi altre iniziative più coerenti con la sua personalità e la sua cultura.
Ad esempio l’aver disertato la presenza a Roma in occasione della presentazione del Vinitaly, per andare in una scuola, lasciando al centrodestra tutta la scena di una rilevante iniziativa internazionale; il partecipare, anche fuori Verona, ad alcune iniziative relative alla registrazione dei figli di famiglie arcobaleno; la presenza alla manifestazione elettorale del candidato sindaco di centrosinistra a Vicenza.
Sia chiaro, tutte iniziative positive e per molti aspetti doverose ma, se confrontate con la sua azione sui gravi problemi che gli accadono in casa, emerge un evidente divario di coinvolgimento e di risposta all’altezza dell’attacco rivolto contro di lui e alla città che amministra.
Ciò che più ci preoccupa è che l’Amministrazione Tommasi, pur con le migliori intenzioni, possa ridursi a una serie di azioni positive, legate in gran parte alla persona del Sindaco ma, alla fine, estranee alla modifica del vero potere che da anni si è insediato a Verona. In altri termini, una parentesi destinata a finire con il termine del suo mandato.
Luigi Viviani
Luigi Viviani negli anni Ottanta è stato membro della segreteria generale della CISL, durante la segreteria di Pierre Carniti. Dopo aver fondato nel 1993 il movimento dei Cristiano Sociali insieme a Ermanno Gorrieri, Pierre Carniti ed altri esponenti politici, diviene senatore della Repubblica per due legislature. Nel corso della legislatura 1996-2001 è stato sottosegretario al Lavoro con il ministro Cesare Salvi; nella successiva, vicepresidente del gruppo dei Democratici di Sinistra al Senato. viviani.luigi@gmail.com