Che la sinistra italiana abbia un appetito insaziabile è cosa risaputa, basta guardarsi attorno per capire come sia afflitta da una specie di verme solitario sempre pronto ad ingoiare tutto. Pensiamo alla rete delle cooperative, capace di vincere ogni gara in qualsiasi settore dalla cultura alle pulizie, dalle casa famiglia ai trasporti.
In questo bengodi aggiungiamo la grande distribuzione fino ai trasporti, ma l’elenco è lungo… Eccome se è lungo! Per intanto, dopo le ultime vicende capaci di lasciare di stucco pure il più disincantato degli osservatori, si rifugiano in quella “protezione” chiamata DEM minacciando querele a destra e manca.
Nessuna meraviglia, il loro scudo non ha mai tradito, anche questo è risaputo. Ma la fava, stavolta, s’è ingrossata perdendo il loro controllo. Che fare, dunque? Come già successo con il buon Gabbietta, ricordate lo scandalo tangentopoli? Stanno scegliendo il male minore colpendo l’anello debole, ovvero Aboubakar Soumahoro.
Nella loro Torre di Babele hanno preferito buttare giù Soumahoro nel disperato tentativo di salvare le capre ed i cavoli europei, ONG comprese. Ed il tam tam è partito, dai giornali ai social, dai social in ogni dove, come solo la sinistra è capace di fare: dagli all’untore e chissenefrega!
Meglio un Soumahoro oggi che tutti in galera domani. In tutto questo hanno tentato di cavalcare (di nuovo!) l’ombra del fascismo con una commissione parlamentare tirata su in quattro e quattr’otto, contro l’attentato alla Costituzione del camion nero, fotografato a Venezia.
Signori, tranquillizzatevi, si tratta di un matto, forse un incosciente, altrettanto forse un coraggioso. Probabilmente pure un deficiente poiché nel suo camion, ahinoi, non aveva nessuna valigia piena di milioni rubati.
Questa “è cosa loro”
Marco Vannucci