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Cosa accade quando moriamo? La risposta arriva dall'Australia con il “simulatore di morte”

Ammettiamolo: almeno una volta nella vita, tutti, si sono chiesti cosa si provi al momento della morte. Quali sensazioni, pensieri e sentimenti ci attraverseranno un’ultima volta prima dell’inesorabile addio. Finora si è parlato di fenomeni pre-morte, di persone in coma che hanno raccontato cosa significhi “oltrepassare la barriera”, di credenti che hanno visto persone care o immagini sacre accoglierli al varco, della famosa “luce in fondo al tunnel”. Ma cosa succede davvero quando moriamo? Esperti del settore e luminari della scienza hanno provato a spiegare le condizioni a cui il cervello ed il corpo sono sottoposti in quel momento, ma c’è chi si è spinto oltre costruendo un “simulatore di morte”. E che simulatore!

L’idea è dell’artista australiano Shaun Gladwell che ha pensato di rispondere al grande interrogativo della vita ricreando una vera e propria esperienza di morte o, perlomeno, ha tentato di farlo. Gladwell ha realizzato una performance completamente virtuale in cui accompagna i partecipanti – volontari, ovviamente – nel percorso simulato verso la morte. L’opera, denominata ““Passing Electrical Storms”, è stata presentata all’evento Melbourne Now in Australia e a raccontarla è un tiktoker che l’ha vissuta in prima persona.

L’utente in questione ha infatti spiegato di essersi sdraiato su un lettino di ospedale, ha indossato delle cuffie XR e ha così vissuto una scena-tipo di quello che potrebbe succedere nel momento cruciale. Il lettino inizia quindi a vibrare, simulando un arresto cardiaco nel partecipante il quale, grazie alla simulazione, “vede” medici che tentano di rianimarlo fino al momento di buio temporaneo. Segue un viaggio di “trasposizione” dell’anima dal corpo, che si vede abbandonato sul letto, fino a fluttuare nell’aria. In sostanza, un’esperienza da videogames. L’utente l’ha descritta come “meditativa più che inquietante, ma potrebbe creare ansia in alcune persone”. L’intento però, non è affatto malevolo: l’artista vorrebbe solo mostrare il lato “buono” della morte, permettendo alle persone di scendere a patti con un destino che non si può cambiare.

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