Don Luca Favarin, scontro col vescovo di Padova sui profughi: «Troppe critiche, non farò più il prete». Il vescovo Cipolla: «È un imprenditore, non ci riconosciamo». Favarin: «Andrò per la mia strada».
La replica della Curia vescovile è molto severa e adombra interessi economici da parte di don Favarin nella gestione della comunità. “Pur riconoscendo lo spirito umanitario e solidale che anima l’operato di don Luca Favarin, da parte sua non si è trovata condivisione di metodo. Pertanto la Diocesi non può essere coinvolta nelle sue attività, che vengono ad assumere carattere imprenditoriale. Il diritto canonico prevede che i chierici non possano esercitare attività commerciale se non con licenza della legittima autorità ecclesiastica. Don Favarin, rimanendo sulle sue posizioni e su una gestione personale del suo operato anche in campo sociale, è arrivato alla conclusione di proseguire la sua attività come privato cittadino. La Diocesi ne prende atto”. Lo scrive PadovaOggi.