«lo, uno di voi Tra Platone e Robbie Williams»
Nazione – Carlino – Giorno, di Andrea Spinelli, pag. 25
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Perché ha aspettato quarant’anni per pensare al teatro?
«Perché prima ero occupato E poi perché è un una scelta che ha bisogno di essere elaborata. Occorre una certa maturità lavorativa e organizzativa. Di solito chi fa questo, fa solo questo. lo, no. Mi divido tra radio, tv e altro. Conciliare le cose è tosto, ma a quarant’anni ho trovato la forza mentale giusta per farlo».
Un lavoraccio.
«Ripensando alla mia breve carriera calcistica, da ex difensore sono abituato a stringere i denti e a lottare sui palloni senza tirare indietro la gamba».
Unendo teatro e tv, qual è il caro estinto che le sarebbe tanto piaciuto avere in trasmissione?
«Forse Giulio Cesare. Anzi, no. Platone. Il Simposio mi catturò sin da ragazzino».
L’incontro più sorprendente tra quelli fatti in tv?
«Robbie Williams. Con lui s’è creato un rapporto particolare. Quando è venuto in concerto a Casalecchio, lo scorso gennaio, sono andato a trovarlo in camerino e, tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo pure intonato Don’t look back in anger degli Oasis. Cosa vuoi di più del cantare col tuo idolo una canzone degli altri tuoi idoli? Al momento dei saluti gliel’ho pure detto: Robbie, mi hai appena regalato quello che diventerà uno dei più bei ricordi della mia vita».
Ultimamente Renato Zero ha detto che quando ha tentato di coinvolgerla nel suo progetto Atto di fede lei s’è sottratto e l’ha preso pure per i fondelli. L’inviterebbe in trasmissione?
«Perché no? Le cose non sono andate esattamente come dice lui (dopo aver ricevuto la telefonata avrebbe salvato il numero di Renato come “matto di Gesù”, ndr) e quindi credo si sia espresso su fatti che gli sono stati riportati. Ma poco importa».
II 31 marzo è in scena all’Ariston di Sanremo. Un pensierino al Festival? Tra un anno il posto di Amadeus si libera.
«Sanremo lo guardavo da ragazzo assieme ai miei genitori. Poi, a 19 anni, ho deciso di venire a vivere da solo a Milano e, siccome preferivo divertirmi, di tv in casa sdraiato sul divano ne ho vista poca. Almeno finché non sono nate Nina e Olivia, le mie figlie. Diciamo, quindi, che ho un buco televisivo di circa 12 anni. Grazie al buon lavoro fatto da Carlo Conti e da Amadeus nelle ultime edizioni, però, Sanremo è tornato ad essere una cosa molto figa. Quindi, certo che un giorno mi piacerebbe condurlo».
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(Nella foto Alessandro Cattelan)