20.03.2023 – 10.30 – Applicare le tecnologie digitali agli ambiti industriali ‘specialità’ del Friuli Venezia Giulia; e nell’ambito di Trieste e della Venezia Giulia realizzare un ‘gemello digitale’ del nord Adriatico, onde meglio testare azioni volte al mitigamento e l’adattamento del cambiamento climato. Sarà questo, a larghe linee, il compito che spetterà a Trieste allo Spoke 9 del Consorzio iNEST (Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem), finanziato dal programma Next-GenerationEU dell’Unione Europea e inaugurato la scorsa settimana alla SISSA. Finanziato dal PNRR con 110 milioni di euro, iNEST rappresenta un altro dei (tanti) tentativi di svecchiare l’industria friulana; mentre nell’ambito triestino ci si propone di analizzare ulteriormente il mar Adriatico, specie a fronte degli sconvolgimenti degli ultimi anni.
Nel progetto di ricerca iNEST giocano non a caso un ruolo rilevante la SISSA, l’Università
degli Studi di Trieste e l’Università degli Studi di Udine rispettivamente con 3 nodi in Friuli Venezia Giulia, di cui 2 a Trieste. Specificatamente la SISSA, attraverso lo Spoke 9, creerà modelli matematici, metodi di calcolo e analisi di dati per i gemelli digitali in generale, mentre lo Spoke 8 si concentrerà sul mar Adriatico in sé. I gemelli digitali infatti possono essere applicati anche all’ambito manifatturiero e industriale.
“I gemelli digitali rappresentano già oggi uno strumento potente per la manutenzione predittiva e non solo la progettazione in industria”, spiega Gianluigi Rozza, professore di analisi numerica e referente dello Spoke guidato dalla SISSA. “Non sono altro che repliche virtuali di prodotti o processi, che grazie al calcolo, alla scienza dei dati, ai modelli e all’intelligenza artificiale integrano funzioni molto complesse permettendo un’evoluzione continua verso l’ottimizzazione di un prodotto e processo. Possono anche rappresentare importanti potenzialità in ambito ambientale, infrastrutturale e medico: iNEST si occuperà di questo”.
[z.s.]