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La Fai Cisl Fvg ricorda che è attivo il numero verde 800.199.100 per denunciare

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25 febbraio 2023

“Bene l’operazione Caravelle, ma la lotta al caporalato deve essere ancora di più una lotta di tutti: il blitz della Guardia di Finanza di Gorizia, che ha portato all’arresto di quattro persone, dimostra come il fenomeno odioso del caporalato, presente anche nella nostra regione, non tema a sufficienza la stretta penale e vada quindi perseguito con costanza da tutto il sistema agricolo, che deve farsi garante del contrasto al lavoro irregolare e allo sfruttamento”: è così che il segretario generale della Fai Cisl Fvg, Stefano Gobbo commenta, con soddisfazione, la maxi retata.

“Il nostro plauso va in prima battuta alle Forze dell’Ordine, che con caparbietà e professionalità hanno portato a termine un’indagine complessa poiché non è facile portare alla luce i casi di sfruttamento e di caporalato nel settore agricolo”, afferma Gobbo, ricordando che proprio la Fai è in prima linea contro lo sfruttamento, anche attraverso i presidi e sportelli aperti in tutto il Friuli Venezia Giulia a sostegno dei lavoratori e lavoratrici del comparto, e il numero verde 800.199.100 Sos Caporalato, istituito a livello nazionale per denunciare irregolarità e casi di sfruttamento.

“L’indagine – aggiunge la segretaria Cisl Fvg, Claudia Sacilotto, con delega al settore agro-alimentare – dimostra che la Legge 199 del 2016 Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento in agricoltura, fortemente voluta dalla Cisl, unitamente a Cgil e Uil, va nella giusta direzione, ovvero combattere e contrastare l’odioso fenomeno dello sfruttamento lavorativo, di cui la conseguente forma di schiavitù è quasi un fattore purtroppo scontato. Quello di cui forse i titolari delle aziende agricole non hanno consapevolezza è che nel caso utilizzino nelle loro proprietà lavoratori sfruttati, oltre alle multe amministrative previste, che vanno dai 1000 a 2000 euro per ciascun lavoratore reclutato, rischiano la reclusione da uno a sei anni”.

“Oltre a punire i carnefici e tutelare le vittime – si legge nel comunicato stampa della Fai Cisl Fvg – da una parte, serve informazione e formazione verso le parti datoriali, forse inconsapevoli di cosa sta succedendo a casa loro, e, dall’altra, rilanciare il ruolo degli enti bilaterali agricoli territoriali, quindi sindacato e parti datoriali, per operare assieme e dare risposte importanti anche in termini di gestione trasparente del mercato del lavoro”.

Resta poi l’appello del Sindacato: “davanti alla centralità che assumerà il lavoro agricolo nei prossimi mesi, alla luce della guerra in Ucraina, che pone nuove sfide a tutto il nostro sistema produttivo agroalimentare, dobbiamo davvero lavorare uniti per garantire alle lavoratrici e lavoratori agricoli: tutele, formazione, opportunità di inclusione e partecipazione. In una parola sola dignità, mettendo in atto la condizionalità sociale prevista nella Pac dal 2023”.

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