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Stabilizzazioni Infermieri, OSS e Professionisti Sanitari: il grande inganno. E a pagare sono professionisti e cittadini.

Stabilizzazioni Infermieri, OSS e Professionisti Sanitari: il grande inganno. E a pagare sono i professionisti ed i cittadini.

Stabilizzazioni Infermieri, OSS e Professionisti Sanitari: storia breve di un grande inganno che però alla lunga sta presentando il conto. Ed a pagare sono i professionisti ed i cittadini.

Questo scempio nasce una decina di anni fa, senza troppe distinzioni da nord a sud.

Erano i primi anni del decennio iniziato con il 2010 e l’ombra lunga della crisi finanziaria e politica aveva portato in risalto la necessità di risparmiare sui budget destinati alla Sanità.

Molti brillanti amministratori si accorsero che per far fronte a pensionamenti e trasferimenti del personale sanitario si poteva anche non assumere dai concorsi.

Si poteva invece ricorrere all’esternalizzazione del personale professionale e alle assunzioni per incarico con bandi per assunzioni a tempo determinato.

Questo modus operandi non era in realtà una novità, ma se fino a quel momento si era rimasti entro una certa quota per non far perdere l’equilibrio al sistema delle risorse umane, per molti di questi amministratori era arrivato il momento di sbarazzarsi di questi limiti.

Gli organici di queste Aziende si sono quindi man mano infarciti di lavoratori “esterni” o “di passaggio” a discapito del capitale umano e professionale proprio.

Questo metodo permette tutto sommato di raggiungere gli obiettivi di budget, mantra della medicina moderna, e nella valutazione degli organici risultavano numeri che mascheravano le reali condizioni in cui vertevano le Aziende.

Se mancavano, ad esempio, 100 infermieri, se ne provvedeva ad assumerne 30-40 fra bandi, avvisi e interinali.

Tutto personale non proprio che permetteva però di tamponare parzialmente le forti criticità degli organici aziendali.

Numeri che venivano sottaciuti e resi torbidi nei report aziendali, dove il resoconto finale riusciva a parlare di carenze gestibili, quasi fisiologiche.

Una non verità, per non chiamarla bugia.

Poi fu pandemia e con essa arrivarono ingenti capitali dal governo e dall’Europa per assumere nuovo personale.

I conti dicevano che in queste Aziende mancavano proprio quei 60-70 infermieri, sempre per seguire l’esempio di prima, che nel frattempo erano anche cresciuti di numero grazie allo sblocco dei pensionamenti con quota 100, quota 102 e opzione donna.

Ed è qui che la prima non verità sulle reali condizioni degli organici aziendali ha portato ad un vero inganno matematico.

Tra proclami e fanfare, politici e aziende hanno annunciato di assumere, assumere e assumere.

Gli ingenti fondi, però, sono stati usati principalmente per stabilizzare quel personale non proprio che se lasciato andare avrebbe lasciato evidente la voragine impietosa della reale situazione numerica degli organici in questione.

Si è quindi deliberato l’assunzione a tempo indeterminato di personale, ma che in verità era perlopiù già in servizio.

Non risolvendo sostanzialmente le criticità esistenti ma rimescolando solamente le acque.

Ma le carenze sono rimaste ed i servizi sono in affanno. E a pagare tutto questo sono sia i cittadini, che usufruiscono di un servizio sanitario qualitativamente e quantitativamente peggiore, sia i professionisti, bloccati in graduatorie destinate a scorrere con il contagocce.

Perchè i soldi per assumere sono terminati e gli ingenti fondi sono serviti a tentare di rimediare al peccato originale di non aver voluto assumere per quasi un decennio.

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