Un’antica leggenda narra come la tradizione delle palle di Natale sia dovuta ad un giocoliere in visita alla Capanna. Il saltimbanco, non avendo un dono per omaggiare il Signore, decise di mostrargli la sua abilità di giocoliere estraendo, dalla sacca, 6 palline colorate roteandole in aria e passandole da una mano all’altra senza farle cadere. Al Bambinello piacque quello spettacolo improvvisato, tant’è si mise a ridere allegramente fino alle lacrime e sue lacrime ebbero la luminosità del cristallo purissimo.
Una delle tante leggende popolari alimentate attorno al Miracolo della Natività. Diversamente, la storia, racconta come l’albero di Natale sia una tradizione egiziana, niente a che fare con la nascita di Gesù in questo caso, ma la forma piramidale di un albero addobbato, imitando le Piramidi, era un segno propiziatorio per il popolo dei faraoni. All’albero, gli egiziani, inserivano, come puntale, una ruota circolare alla quale veniva data fuoco tramite una serie di bastoncini incastrati. Se il fuoco avesse raggiunto l’albero, bruciandolo, era il segnale per un anno di grande prosperità. Questa tradizione fu esportata, nei secoli successivi, nel nord Europa soprattutto nei paesi scandinavi. Fu Martin Lutero a sostituire il tronco comune con un abete, si dice per i rami sempre verdi segno di floridezza, mentre furono i luterani ad abbellirlo con delle candele accese per rappresentare la vita e la Fede.
Tutta italiana, viceversa, è la tradizione del Presepe. Fu San Francesco ad ideare questa rappresentazione in una grotta di Greccio, nel Reatino, nel 1223. Egli volle ricordare la nascita di Gesù nella povertà per trasmettere agli uomini il messaggio divino. A San Francesco si deve la presenza del bue e di un asinello. Il Poverello di Assisi compose il Presepe con personaggi viventi, così come gli animali furono veri, scegliendo i poveri tra i poveri per i vari personaggi del suo Presepe lanciando il messaggio di aiutare, ogni essere vivente della Terra, almeno una volta l’anno. Il Presepe di San Francesco ebbe un immediato successo, la gente accorse dalle montagne per ammirare quel piccolo capolavoro ed ognuno di loro portando un dono per i poveri personaggi del Presepe.
Raccontando il Natale non possiamo eludere sulle melodie del 25 dicembre, dalla celeberrima Happy Xmas (War is over), di John Lennon, a Last Christmas degli Wham! Quest’ultima una delle più ascoltate nei cinepanettoni da 15 anni a questa parte, ma non esiste grande artista che non si sia cimentato in una canzone natalizia, da Frank Sinatra a Mariah Carey. Un posto d’onore assoluto, in questa hit parade da Babbo Natale, tocca sicuramente a Jingle Bell ma anche alla nostra italianissima “Tu scendi dalle Stelle”, composta dal vescovo campano Alfonso Maria de’ Liguori.
De Liguori la scrisse la notte di Natale del 1754 in dialetto napoletano con il titolo “Quanno nascette Ninno”. Dopo la beatificazione del Vescovo de’ Liguori, poi fu eletto a Santo, Quanno nascette Ninno venne tradotta in italiano diventando la meravigliosa Tu scendi dalle Stelle che tutti noi abbiamo cantato almeno una volta nella vita, ma la canzone diventata leggenda è sicuramente la dolcissima Astro del Ciel intonata dai soldati austriaci e francesi durante la notte di Natale del 1917 facendo tacere le armi in un abbraccio sonoro maestoso. Astro del Ciel, in origine austriaca Stille Nacht, fu riadattata dal parroco bergamasco Angelo Melli nel 1937 conquistando il mondo.
Canzoni, Presepe, albero di Natale, tutto per ricordare la nascita del Bambino Divino. Ci si creda o no, e seppure sappiamo Gesù non nacque il 25 dicembre ma fu un’invenzione dell’Imperatore Costantino per unire la Nascita alla festa della quarta luna pagana, è innegabile come siamo ancora a parlarne dopo 2.000 anni perché qualcosa di straordinario, in Giudea, successe. Buon Natale
Marco Vannucci