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Tinny Andreatta: “Racconteremo gli infiniti misteri femminili” – TvZoom

Tinny Andreatta “Grandi storie di donne in un’Italia patriarcale”

Repubblica, di Silvia Fumarola, pag. 40

Aveva portato L’amica geniale su Rai 1 quando era direttrice di Rai Fiction, ora che Tinny Andreatta è vicepresidente dei contenuti italiani di Netflix punta ancora su Elena Ferrante. La serie La vita bugiarda degli adulti diretta da Edoardo De Angelis aprirà la nuova stagione, il 4 gennaio. Un lavoro bellissimo, prodotto da Domenico Procacci, che racconta, sullo sfondo della Napoli degli anni 90, dai quartieri borghesi a quelli proletari, l’adolescente Giovanna (la debuttante Giordana Marengo, vero talento). La zia Vittoria (una formidabile Valeria Golino), selvaggia e vitale, cancellata da tutte le foto di famiglia, svelerà alla nipote una verità amara: mentono tutti. Forse anche lei. Di certo il padre (Alessandro Preziosi), che spia mentre dice alla madre (Pina Turco), riferendosi alla figlia «si sta facendo brutta». «È una serie potente con un cast meraviglioso» dice Andreatta. «serviva una regia visionaria come quella di De Angelis. Il futuro di Netflix è fatto di personaggi femminili forti, di inclusione, del racconto della realtà».

La emoziona ritrovare Ferrante?

«Tantissimo, lo sento come una sfida e un’opportunità: è una grande autrice che crea un mondo vivo e ricco, rispetto al quale confrontarsi è sempre creativo, ogni testo diventa un punto di partenza. Proprio perché avevo lavorato con lei era importante trovare una voce originale che desse un’interpretazione personale e una forte impronta. Edoardo De Angelis conosce i colori, la musica, la diversità dei quartieri di Napoli: parte da quelli alti, borghesi, per arrivare a quelli bassi. È un romanzo di formazione, quando scopri l’imperfezione dei genitori» .

Le donne saranno ancora protagoniste?

«Io penso che l’Italia, di fondo, sia ancora un paese patriarcale. Invece la donna ha bisogno di essere raccontata nei suoi infiniti misteri. La rappresentazione del femminile fa parte della linea editoriale di Netflix. Zia Vittoria è una donna che tiene insieme libertà e brutalità». Parlava di Italia patriarcale: come siamo messi rispetto agli altri paesi? «In Italia le donne non sono consapevoli della propria libertà e dei desideri. I tabù femminili, la sessualità, l’istinto, la complessità, non sono stati raccontati a sufficienza».

Tra i suoi temi prediletti, da quando era in Rai, c’è l’inclusione.

«Per me vuol dire guardare alla nostra società nella sua complessità culturale e nella sua diversità. Vuol dire esaltare le differenze raccontando culture nuove. Trovo che sia sbagliato quando diventa ideologica, invece è interessante quando mostra gli esseri umani che condividono desideri e timori».

Netflix è cinema e serie: da cosa parte la linea editoriale?

«Dal talento: cinema e televisione condividono le stesse possibilità, gli stessi autori e registi. Bisogna solo scegliere una forma o l’altra, sposare il formato necessario che renda la storia più potente. In più facciamo anche i documentari e le docuserie. Mi piaccono perché portano la complessità di un nodo che non è stato sciolto, punti di vista diversi. Il prossimo anno lanceremo il caso di Alex Schwazer. Prosegue quello che è stato fatto con Wanna, Vatican girl o SanPa. Abbiamo lanciato Summer job, il nostro primo reality. Vado orgogliosa del fatto che sia italiano, tendiamo a importarli e non crearli. Sono felice di produrre con Tilde Corsi il film di Ferian Ozpetek, Nuovo Olimpo. Per le serie lanciamo la biografia di Lidia Poet la prima donna avvocato italiana, la seconda stagione di Incastrati di Ficarra e Picone, la nuova serie di Zerocalcare».

E “Supersex”, la storia di Rocco Siffredi?

«È provocatoria, c’è un antieroe alla conquista del mondo, che è anche un uomo alla ricerca della propria felicità sentimentale. Mi ha incuriosito l’aspetto personale. Lo interpreta Alessandro Borghi, un talento» .

(Continua su La Repubblica)

(Nella foto Tinny Andreatta)

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