Premio di consolazione per il forzista Valentini, che ottiene la delega alla promozione e valorizzazione del Made in Italy nel mondo. Valentini in origine, in base ai desiderata di Forza Italia, sarebbe dovuto andare agli Esteri, ma era stato ricollocato a causa dei suoi passati rapporti con la Russia
Uno dei sette nuovi viceministri del governo Meloni è Valentino Valentini. L’ex deputato non rieletto di Forza Italia sarà viceministro del ministero dell’Impresa: saranno sue la delega al alla promozione e valorizzazione del Made in Italy nel mondo, alle attività di attrazione degli investimenti esteri, alle attività delle Camere di commercio italiane all’estero e alle attività relative ai progetti dell’Unione europea (come Ipcei e Horizon Europe) e alle misure di contrasto alla contraffazione.
Valentini era destinato in origine a fare il sottosegretario al ministero degli Esteri in quota Ronzulli, ma i suoi legami del passato con la Russia avevano reso la nomina impossibile, costringendolo al trasloco al ministero guidato da Adolfo Urso, colonna storica di Fratelli d’Italia.
Ora, il suo posto gli consentirà comunque contatti frequenti con la Farnesina: il ministero dell’Impresa condivide infatti con quello degli Esteri la delega al Commercio estero, che Luigi Di Maio aveva portato dall’allora ministero dello Sviluppo economico (l’antenato del ministero dell’Impresa) alla Farnesina quando lui stesso aveva traslocato. Oggi, la competenza è in mano a un ente interministeriale istituito con il decreto di riordino dei ministeri, il Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo (Cimim), co-presieduto dai ministri degli Esteri e dell’Impresa.
Il passato
L’ex parlamentare, deputato dal 2006, è stato consigliere speciale per le relazioni estere di Silvio Berlusconi quando il leader di Forza Italia era premier e ha frequentato assiduamente Mosca, diventando una sorta di ufficiale di collegamento azzurro tra Berlusconi e il Cremlino.
Nel 2005 è stato insignito dell’ordine di Lomonosov ed è stato più avanti responsabile Esteri di Forza Italia. Dallo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto professione d’atlantismo, ma all’indomani delle dichiarazioni di Berlusconi sulle «lettere dolcissime» che si scambiava con Putin durante la formazione del governo, ha dichiarato che l’ex premier «è un uomo di pace, ha una lunga esperienza politica è amico di Putin come lo è ed è stato di tanti altri leader del mondo, ma innanzitutto sa che l’amicizia non è una categoria della politica e men che meno della politica estera, che consiste in primis nella difesa degli interessi nazionali».
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