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Malattie croniche intestinali, premiata ricerca infermieristica dell’Università di Catanzaro.

Lo studio condotto sulle malattie croniche intestinali dall’ateneo “Magna Graecia” si concentra sulle esperienze dei pazienti affetti da morbo di Crohn e colite ulcerosa.

Premio nazionale per l’attività di ricerca infermieristica calabrese. In particolare, il corso di studi di Infermieristica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro il prossimo 14 dicembre 2022 riceverà il Premio nazionale “Emilia Rossi”.

La ricerca

Il presidente del Corso studi in Infermieristica, Patrizia Doldo, e il ricercatore Silvio Simeone, ora direttore delle attività professionalizzanti, sono i responsabili del progetto di ricerca “IBD’sQoL: mix method study”.

Tale acronimo si legge in una nota, indica un progetto di ricerca che ha lo scopo di voler avere una comprensione del vissuto esperenziale dei soggetti affetti da Malattia infiammatoria cronica intestinale (od Inflammatory bowel Disease: IBD) e la loro percezione della propria qualità di vita.

Le malattie croniche intestinali

«Costituita principalmente dal morbo di Crohn e dalla colite ulcerosa, condizioni croniche che possono coinvolgere l’infiammazione e l’ulcerazione dell’intero tratto gastrointestinale- spiegano i ricercatori – è caratterizzata da un decorso imprevedibile, con oscillazioni periodiche tra riacutizzazione e remissioni della patologia e della sua sintomatologia.

Con una incidenza in netto aumento non solo nei paesi industrializzati, le Ibds rappresentano una sfida per la salute pubblica mondiale. In Italia mancano dati nazionali ufficiali, tuttavia vengono stimate oltre 200mila persone affetta da Ibd».

L’esperienza dei pazienti

Si tratta di patologie che «condizionano, con la loro sintomatologia, vari aspetti della vita dei soggetti che ne sono affetti, influenzandone la salute e la qualità della vita. Tuttavia – si fa rilevare – manca una chiara idea dell’esperienza dei soggetti affetti da Ibd, dalla diagnosi agli esiti di cura.

Comprendere il vissuto esperienziale

dei soggetti affetti da una specifica patologia permette agli operatori sanitari non solo fornire una migliore assistenza olistica, incentrata sulla soggettività dei pazienti e sulle loro percezioni, ma anche trovare nuove direzioni per ricerche future».

Nello specifico per gli infermieri

«nella pratica clinico-assistenziale quotidiana, prendere in carico e fornire cure che soddisfino i bisogni clinici ed emotivi dei pazienti con Ibds rappresenta una sfida significativa, ancor di più in relazione allo sviluppo dell’assistenza territoriale richiesta dall’attuale Pnrr.

Questo studio che attualmente è in corso con la sua prima fase, rappresenta una delle prime indagini condotte in Italia attraverso tale metodologia».

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