una-pietra-per-giovanna-fae,-morta-durante-il-trasporto-verso-il-campo-di-dachau

Una pietra per Giovanna Faè, morta durante il trasporto verso il campo di Dachau

L’Anpi e il comune di Sarmede hanno posato una pietra d’inciampo davanti alla sua casa di Montaner

| Roberto Silvestrin |

immagine dell'autore

giovanna faè sarmede

SARMEDE – Sarmede ricorda Giovanna Faè. La donna venne arrestata il 26 marzo 1944 in seguito alla delazione di due spie fasciste e venne deportata nei lager nazisti. Morì durante il trasporto verso il campo di Dachau. Giovanna abitava insieme al fratello, don Giuseppe Faè, nella canonica di Montaner: ieri l’Anpi e il comune di Sarmede poseranno una pietra d’inciampo davanti alla loro casa. “Abbiamo contattato l’ufficio tedesco di Gunter Demnig e abbiamo fatto preparare la pietra, convinti dell’importanza che può avere un tassello del monumento diffuso costituito dalle pietre d’inciampo anche nella nostra provincia – spiega Maria Chiara Marangon, presidente dell’Anpi di Vittorio Veneto -. La memoria di Giovanna si unisce a quelle dei tanti, troppi, che sono stati uccisi dal nazifascismo. È fondamentale, per la crescita e lo sviluppo del nostro senso civico e di appartenenza ad una comunità sociale, riflettere e rammentare che in un tempo relativamente vicino la disumanità e la parte peggiore dell’uomo hanno preso il potere e hanno controllato il vivere di milioni di persone. Ma è altrettanto doveroso non dimenticare che a quella disumanità si sono contrapposte la resistenza, la generosità, il coraggio di tantissime donne e tantissimi uomini che hanno superato l’ignavia e l’indifferenza e hanno contribuito a creare una società democratica”.

“Il senso della pietra d’inciampo in questo preciso momento è questo: Giovanna non si fermò di fronte alla confusione e alla paura, agì come le dettavano i valori di solidarietà, giustizia e amore per gli altri”, conclude Marangon.

Related Posts

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

87 − 82 =