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Tim: Vivendi vuole più soldi – TvZoom

Vivendi scrive ai consiglieri Tim Parte la sfida sul voto in assemblea

Corriere della Sera, di Andrea Rinaldi, pag. 25

Ancora pochi, 20 miliardi. Vivendi, primo socio di Tim con il 23,75%, esce allo scoperto e scrive una lettera al consiglio. Secondo quanto si apprende, l’azionista francese puntualizza che sulla vendita della rete unica bisognerà votare in assemblea straordinaria: quasi ad avvertire che, se Cassa Depositi e Prestiti e Macquarie così come Kkr non alzeranno le offerte, si andrà alla conta dei voti. I due pretendenti alla rete dell’ex monopolista di Stato starebbero studiando miglioramenti alle loro offerte iniziali. La cordata Cdp (azionista con il 10% di Tim)-Macquarie aveva messo sul piatto 18 miliardi, mentre l’offerta iniziale di Kkr arrivava fino a 20 miliardi di euro, compresi 2 miliardi di earn-out. Vivendi però in più di un’occasione aveva bocciato le offerte, stimando per la NetCo un valore di 3o miliardi di euro. La media company di Arnaud De Puyfontaine, priva di consiglieri nel board di Tim dopo le sue dimissioni a gennaio, ritiene che si debba valutare proposte al netto delle quali rimanga una Tim sostenibile, senza mettere a rischio i livelli di occupazione.

E ricorda il fruttuoso dialogo con il governo, sottolineando di restare fiduciosi sul raggiungimento di una soluzione positiva per il bene di azienda, azionisti e dipendenti. La missiva di Vivendi avrebbe dunque lo scopo di alzare la posta in vista della scadenza del 18 aprile e di ricordare che il voto si decide con l’assemblea straordinaria, dove la media company detiene una minoranza di blocco e quindi può esercitare un veto. Chi dovrà decidere in merito, però, è proprio il consiglio di Tim: una volta ricevuta la proposta, la porterà al voto; a quel punto dovrà scegliere se l’approvazione avverrà in seno al board con una delibera o con un’assemblea straordinaria o consultiva. Un tema che si giocherà sul diritto e sul filo dei pareri legali. Ieri Matteo Salvini si è schierato con Cdp, anche se «a titolo personale». «Preferisco sempre e comunque un piano industriale a un mero piano finanziario che venga a incassare nel breve termine: qua abbiamo bisogno di un soggetto che nel medio-lungo termine investa sulle infrastrutture e sulla rete di questo Paese» ha detto il ministro delle Infrastrutture.
(Continua sul Corriere della Sera)

(Nell’immagine il logo TIM)

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