di Alessandro Fulloni
Dalla commissione Affari costituzionali l’ok all’emendamento che apre una nuova finestra temporale (da inizio marzo a inizio luglio) per la presentazione delle pratiche. Sull’articolo del decreto che eroga i 55 milioni di euro grava il dubbio di costituzionalit
Piuttosto a sorpresa, ieri (gioved) la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento che apre una nuova finestra temporale di quattro mesi — da inizio marzo a inizio luglio — che permette alle vittime dei crimini commessi dal Terzo Reich (stragi, deportazioni di ebrei nei lager, internamento di soldati fedeli alla monarchia dopo l’8 settembre) per avviare nuove azioni giudiziarie di richiesta di ristoro dei danni subiti e che ora sono indennizzabili con certezza grazie al fondo di 55 milioni istituito col decreto di aprile sul Pnrr emanato dal governo Draghi. A darne notizia il senatore Pd Dario Parrini — vicepresidente della commissione e primo firmatario dell’emendamento — che parla di finestra temporale decisiva.
Nel periodo tra aprile e la scadenza precedente del 27 ottobre 2022 sono state le azioni promosse da cittadini che ne avevano titolo. Ma in molti non sono riusciti a mettere insieme, nel tempo tutto sommato breve a disposizione, la documentazione sufficiente a sostenere le richieste risarcitorie. Ecco perch la nuova possibilit pu consentire a familiari di deportati, reduci, partigiani di trovare le carte necessarie alla richiesta. Ma quante sono le domande presentate? Difficile dirlo con esattezza, si ondeggia tra le 2.000 e le 10.000. I dati sono ancora al vaglio dell’Avvocatura dello Stato alla quale sono affluite tutte le pratiche. Solo dalle comunit ebraica dovrebbero essere 100. Ma il numero si moltiplica, e di molto, se si conteggiano le richieste presentate dai comuni teatro di eccidi e soprattutto quelle avanzate dai familiari di militari internati ed ex soldati in qualche caso ancora viventi. Ci sono studi legali che hanno avviato vere e proprie class action che assommano circa 200 casi ciascuno.
Sull’articolo 43 grava peraltro il dubbio di legittimit costituzionale sollevato dal Tribunale di Roma che, nell’affrontare due cause avviate anni fa di familiari di Angelantonio Giorgio e Gualberto Cavallina — rispettivamente soldato e partigiano internati a Dachau — aveva dato il via alla vendita di alcuni beni immobiliari tedeschi pignorati in Italia a seguito dell’iter giudiziario. L’intervento del Pnrr ha fermato la causa facendo per ravvisare, a giudizio del Tribunale di Roma, la violazione del principio di insopprimibile garanzia della tutela giurisdizionale dei diritti oltre al principio di parit delle parti nel processo. Lo scorso 4 gennaio l’ordinanza della Suprema Corte che apre l’esame stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Se ne riparler tra qualche mese. In un caso o nell’altro la sentenza sar decisiva: se il dubbio non venisse ravvisato, si dovrebbe procedere con le prescrizioni stabilite nel decreto dello scorso aprile. Altrimenti dovrebbero proseguire le cause gi in essere.
Ecco perch, nel frattempo, secondo Parrini le nuove battaglie da vincere sono: rendere esecutive anche sentenze non definitive, aumentare a 100 milioni consistenza fondo, stabilire che le spese legali delle cause sono a carico dello Stato indipendentemente dal reddito dei richiedenti, ma soprattutto fare in modo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze emani il decreto ministeriale indicante la procedura con cui chi ha gi sentenze definitive in mano pu ottenere gli indennizzi. Il decreto ministeriale doveva essere emanato entro il 27 ottobre scorso. Siamo gi fuori termini di 3 mesi e mezzo. Ritardo grave.
10 febbraio 2023 (modifica il 10 febbraio 2023 | 09:00)
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