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Quanto siamo invecchiati: in vent’anni vicini al punto di non ritorno – Umberto Camillo Iacoviello

Ci siamo già occupati della bassa natalità registrata in Italia che comporta un inesorabile invecchiamento della popolazione con conseguenze socialmente catastrofiche. La politica, sempre impegnata a risolvere questioni quotidiane, dimentica il medio-lungo periodo. Quanto è grave la situazione in Italia? I numeri ci dicono che è gravissima.

I numeri

Prendendo in esame il periodo 2002-2022 vediamo che nel 2002 gli under 14 costituivano il 14,22 per cento della popolazione, la fascia 15-64 il 67,07 per cento e gli over 65 il 18,69 per cento. L’età media era di 41,9 anni.

Nel 2007 gli under 14 costituivano il 14,07 per cento della popolazione, la fascia 15-64 il 65,98 per cento e gli over 65 il 19,94. L’età media era di 42,8, aumentata di quasi un anno rispetto al 2002.

Nel 2012 gli under 14 costituivano il 14,01 per cento della popolazione, la fascia 15-64 il 65,15 per cento e gli over 65 il 20,82. L’età media era di 43,8, aumentata di un anno rispetto al 2007.

Nel 2017 gli under 14 costituivano il 13,5 per cento della popolazione, la fascia 15-64 il 64,16 per cento e gli over 65 il 22,32. L’età media era di 44,9, aumentata di oltre un anno rispetto al 2012.

Nel 2022 gli under 14 costituivano il 12,68 per cento della popolazione, la fascia 15-64 il 63,5 per cento e gli over 65 il 23,8 per cento (quasi un italiano su quattro). Nel 2022 l’età media ha raggiunto i 46,2 anni, aumentata di oltre un anno rispetto al 2017.

Dopo vent’anni

Complessivamente, in vent’anni la popolazione italiana under 14 è diminuita di 1,54 punti percentuali, la popolazione in età lavorativa è diminuita di 3,57 punti mentre la popolazione over 65 è aumentata di ben 5,11 punti percentuali. L’età media in 20 anni è aumentata da 41,9 anni a 46,2.

L’aspettativa di vita è passata da 77,2 anni a 81,9 per gli uomini e da 82,93 a 85,97 per le donne. Oggi ci sono 187,6 anziani ogni 100 giovani.

In questi 20 anni sono più di un milione gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Nonostante le naturalizzazioni e il tasso di fecondità alzato dalle straniere (le donne italiane hanno una media di 1,18 figli mentre le straniere 1,87), l’Italia continua a registrare un saldo naturale negativo (i decessi superano le nascite): nel 2021 abbiamo registrato un -301.097, nel 2020 -335.425, nel 2019 -214.333, nel 2018 -193.386. Gli italiani sono sempre di meno e sempre più anziani.

Rilanciare la natalità

Secondo l’Ocse nel 2050 potremmo trovarci con un rapporto 1:1 lavoratori/pensionati. Da quel punto in poi la situazione potrebbe essere irreversibile.

Se non vogliamo rassegnarci alla politica dei porti aperti nella speranza di integrare nel mondo del lavoro gli immigrati (che oltre ai problemi che già conosciamo, nel lungo periodo portano a problemi ben più gravi come quelli che vediamo in Francia, in Svezia, in Belgio, a Bruxelles) la politica deve agire hic et nunc per rilanciare la natalità. È una questione di vita o di morte. Letteralmente.

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